‘Leopardi – Il poeta dell’infinito’, un pensatore per i giovani di ogni tempo

La miniserie Rai Fiction e IBC Movie, prima regia di Sergio Rubini, propone un nuovo ritratto del poeta di Recanati


VENEZIA – Un Leopardi diverso, persino senza gobba; libero dagli stereotipi che da sempre adombrano la figura del poeta. È da quest’idea che muove i propri passi la nuova serie tv coprodotta da Rai Fiction, IBC Movie e Rai Com e realizzata dall’attore Sergio Rubini, qui alla prima regia. Al centro, l’uomo e l’intellettuale, protagonista di un ritratto che ne abbraccia il pensiero sempre scosso da visioni. Non solo l’esistenzialista, dunque, non solo il nichilista. Leopardi il rivoluzionario, l’agitatore di idee, anche politiche, perennemente in cerca della verità. Nei quattro episodi che compongono Leopardi – Il poeta dell’infinitopresentato in anteprima al Festival di Venezia, riscopriamo la vita del poeta dall’infanzia alla vita adulta, fino alla prematura morte avvenuta ad appena 38 anni. Proprio da questo evento ha inizio la serie, che si apre sulla bara di Leopardi, bagnata dalla pioggia e accompagnata dall’amico di sempre, Antonio Ranieri (interpretato da Cristiano Caccamo), per poi riavvolgerne la vita.

“Abbiamo voluto raccontare la morfologia del suo pensiero, non del suo corpo”, spiega Sergio Rubini. “Approfondendo il personaggio ne siamo rimasti ammaliati. Abbiamo scoperto un pensatore multiforme, spregiudicato, completamente diverso da quello che credevamo di conoscere. È stato tirato dalla giacchetta da tutti, da chi lo voleva nichilista e chi solo patriota. C’è chi dice che si sia anche convertito sul letto di morte. Leopardi era un uomo libero”. Rubini ha voluto restituire l’insieme del pensiero del poeta concedendosi anche qualche libertà, “alla maniera di Amadeus” racconta citando il film di Miloš Forman. “Per questo è un Leopardi senza gobba”.

La serie vuole parlare soprattutto agli spettatori più giovani, da sempre affascinati dalla figura del poeta capace di dar voce a stati d’animo universali e senza tempo. Per Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, “Leopardi è sempre stato il poeta più vicino ai giovani. Perché è il poeta del dissidio, della rottura. Un pensatore sempre nuovo, portatore non solo del nichilismo spesso raccontato per stereotipi, ma anche di un animo vitale che Sergio Rubini ha messo al centro della serie”.

Come ricorda Leonardo Maltese, interprete del giovane poeta, Leopardi ha scritto L’infinito a 20 anni. “Amava la vita e nessuno come lui sentiva la bellezza del mondo – continua l’attore -, ma faticava ad afferrarle e per questo soffriva. Un sentimento che ogni giovane ha provato”. Per Cristiano Caccamo, invece, quella di Leopardi è anche una storia d’amore. “C’è il rapporto fraterno con Ranieri, e non solo”. E continua: “Sergio Rubini mi ha fatto un vero e proprio regalo”.

Ampio spazio nella miniserie anche per il rapporto tra il piccolo Leopardi (interpretato da Ettore Cardinali) e il padre, che per anni segregò il talento del ragazzo dietro le mura di casa. Una gabbia d’oro a cui Leopardi riuscirà infine a fuggire. Nel ruolo del padre Monaldo, l’attore Alessio Boni. “Un padre che incarna alla perfezione una splendida frase di Alda Merini: ‘chi ama spesso e troppo i propri figli, spesso li sacrifica al proprio io’. Questo ha fatto Monaldo, ha sacrificato il piccolo Leopardi, per cui prova assieme invidia, per un’arte del pensiero che a lui non riesce quanto al figlio, e un amore immenso, viscerale”. La miniserie sarà trasmessa da Rai 1 lunedì 16 e martedì 17 dicembre 2024.

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29 Agosto 2024

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