Lamberto Bava: “Un horror che parla d’amore”


Dopo 16 anni Lamberto Bava torna a dirigere un lungometraggio per la grande distribuzione. Una pausa ‘obbligata’, come fa capire alla presentazione del suo nuovo film, Ghost Son – “Non è facile ormai fare il regista. Il cinema è molto cambiato si fa più fatica. Non so nemmeno se quest’anno riuscirò a realizzare Murder House, una storia di omicidi nella piccola città natale di un musicista”. Una lunga assenza quella del regista passata tra serie tv, prodotti fantasy targati Mediaset come Sorellina e Fantaghirò, e un film dal titolo The Torturer, opera thriller distribuita solo in dvd.

 

La storia scelta per il ritorno è Ghost Son, film prodotto da Marco Guidone e Enzo Giulioli, girato in un parco in Sud Africa a 100 km dal confine col Mozambico. Protagonisti della vicenda: Stecey, la Laura Harring interprete per David Lynch di Mullholland Drive e INLAND EMPIRE, e Mark, John Hannah, attore inglese già visto in Sliding Doors e Quattro matrimoni e un funerale. La coppia di novelli sposi si trasferisce in Africa per metter su un allevamento di cavalli. Hanno una casa bellissima, e tutta la vita davanti a loro, ma una mattina un incidente stradale rompe l’idillio uccidendo Mark. Rimasta sola, Stecey non riesce a non pensare al marito perduto: lo vede ovunque, sente il suono della sua voce, gli parla, e sogna (?) in una scena che strizza l’occhio a Rosemary’s Baby, di fare ancora l’amore con lui. Una sera arriva addirittura a tentare il suicidio pur di tornare con Mark. Soccorsa dall’amico di famiglia, il dottore del villaggio, Pete Postlethwaite (The Omen) la donna scoprirà attraverso alcune analisi di essere incinta. Ma quando il piccolo Martin nasce iniziano a capitare strane cose. Stecey sente che il figlio minaccia la sua incolumità, ma Martin ha solo pochi mesi: è la sua immaginazione o lo spirito di Mark sta manovrando il figlio?

 

Come definirebbe “Ghost Son”?
Un suspence psicologico con piccole presenze horror, ma sopra ogni cosa una grandissima storia d’amore che va oltre gli stereotipi convenzionali ed è più forte della morte.

Qual è stata la genesi del film?
Anzitutto mi piacciono le storie al limite, le vicende inconsuete specie se con echi fantastici. Anni fa andai a vedere Ghost, il film con Demi Moore e Patrick Swayze e uscendo dalla sala mi venne da chiedermi ‘Cosa potrebbe succedere poi a questi personaggi?’. Ci ho riflettuto per un po’ ma solo dopo diverso tempo ho iniziato a pensare veramente al plot di Ghost Son.

Sono voluti i rimandi ad altri suoi film del passato: “Per sempre” (1988) e “Shock” (1977) pellicola diretta da suo padre di cui lei curò la sceneggiatura?
Ho sempre pensato che i registi abbiano una storia preferita che tentano di raccontare tutte le volte. In Shock come in Ghost Son c’è un bambino che non si comporta molto bene ovvero non fa le cose tipiche della sua età, solo che in quel caso si trattava di un ragazzino di 7/8 anni e qui di un neonato. Però effettivamente la figura del bimbo ha lo stesso significato in entrambe le pellicole: ossia un essere puro che fa da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti e riesce ad invocare entità, spiriti. In Per sempre invece c’era un triangolo uomo, donna, fantasma e la storia era raccontata in modo claustrofobico in 3 camere e cucina. Elemento che ho cercato di ricreare nella casa africana dove è ambientato Ghost Son. Una fattoria che seppur grande sembra diventare più piccola con lo svolgimento della storia.

Il film è accompagnato da un tema musicale particolare che assomiglia molto ad una litania. Che indicazioni ha dato al compositore Paolo Vivaldi?
Mi è capitato di vedere diverse volte all’opera una Sangoma, una stregona degli zulù, preparare amuleti e riti accompagnandosi con lamenti e melodie. Dicono sia il modo in cui gli spiriti contattano il nostro mondo. Ho pensato che era proprio quello che serviva anche a noi però ho chiesto a Paolo di dargli una connotazione da ninna nanna perché volevo che la canzone si sentisse quando il piccolo Martin è in scena.

Ghost Son esce il 4 maggio in 80 copie distribuite da Moviemax

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18 Aprile 2007

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