“È incredibile come una persona possa raccontare una verità attraverso quella di qualcun altro”. Con queste parole Vittoria Schisano descrive Gloria, protagonista de La vita che volevi, nuova serie Netflix in arrivo sulla piattaforma mercoledì 29 maggio. Anche se non si somigliano molto, attrice e personaggio si guardano negli occhi con obiettivi comuni. Gloria è una donna forte – “io sono più romantica ma mi piacciono questi panni” racconta Schisano, che per restare nel ruolo ancora un po’ ora ha comprato casa nei dintorni delle location, in Puglia – ma Gloria fugge anche dal proprio passato, venuto ora a cercarla nella sua nuova vita.
A sconvolgere l’equilibrio di Gloria è l’arrivo di Marina (Pina Turco), sua amica ai tempi dell’università a Napoli, prima che iniziasse il suo percorso di transizione. Gloria è infatti il padre biologico — e ora madre — di un ragazzo che ha 15 anni. Nel cast anche Giuseppe Zeno (Sergio), Pina Turco (Marina), Alessio Lapice (Pietro) e Nicola Bello (Andrea), oltre a Bianca Nappi, Francesco Pellegrino e Bellarch.
“Vittoria porta verità al personaggio, anche se non mi sono ispirato alla sua storia” spiega il regista Ivan Cotroneo, sceneggiatore dei sei episodi insieme a Monica Rametta. “Non ho neanche letto la sua autobiografia, sono due donne diverse”.
La vita che volevi è l’occasione per portare anche sul piccolo schermo (e a un grande pubblico) la vita e lo sguardo di una persona AMAB, acronimo che sta a indicare qualcuno a cui stato assegnato il genere maschile alla nascita. La serie scardina molti stereotipi ma racconta una donna con tante sensibilità e sfide, mai limitata alla propria identità di genere. “Uno dei rischi – ha raccontato Cotroneo – era quello di cadere negli stereotipi, qui parliamo di una persona affermata, di successo, ma che certo ha un passato. Una donna come tante, che può sbagliare, che può fare cose di cui si pente, ma è forte”.
“La Vita che Volevi è una storia di legami, amicizia e scoperta, che racconta della felicità che crediamo di volere ma anche di quella che ci sorprende” fa infatti notare Vittoria Schisano. E prosegue: “Ivan ha detto che portavo verità a questo personaggio. Quando ho iniziato a lavorare, vent’anni fa, non riuscivo a riconoscermi in nessuna storia. La donna transgender era sempre una sex worker o un’emarginata, bullizzata, o peggio”.
Per la parte, Cotroneo ha scelto Vittoria dopo aver provinato solo attrici transgender. “Una necessità prima di tutto artistica, a cui sentivo di dover essere fedele”, ha spiegato. Schisano si è anche espressa in merito alla possibilità di attori e attrici trangender di occupare uno spazio nel mondo del cinema, commentando con entusiasmo il premio vinto a Cannes dall’attrice AMAB Karla Sofia Gascon.
“Un passo importantissimo, perché vince come miglior attrice e non ha avuto una sezione a parte. Una donna che ha fatto un percorso di transizione è giusto che venga premiata per la sua arte e la verità che ha regalato al personaggio. Spero che crei un precedente, così come la nostra serie, perché per la prima volta nella tv del nostro paese viene raccontata la vita di una donna AMAB senza gli occhi del pregiudizio”.
La produzione della serie in sei puntate è a cura di Massimo Del Frate, Head of Drama per Banijay Studios Italy.
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