La “ten list” di Variety, dopo il caso ‘Via col vento’

La “ten list” di Variety, dopo il caso 'Via col vento'


Il catalogo HBO Max ha temporaneamente cancellato Via col vento, come conseguenza della questione razzista, caldissima in queste settimane negli Stati Uniti – e nel mondo – dopo l’ennesimo omicidio di un uomo di colore da parte della polizia. Il film di Victor Fleming sarà ancora nel catalogo ma accompagnato da un disclaimer che supporti gli spettatori nella miglior comprensione del contesto storico e sociale.

Nel frattempo il sito di Variety ha colto il cuore pulsante della questione per stendere una lista di altri 10 titoli che, secondo il giornalista Tim Gray, sarebbero da trattare nella stessa maniera

La lista è trasversale alla Storia del Cinema, fino alla più recente e pop, con un film come C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, criticato perché portatore dei messaggi regressivi: “Ha al centro due uomini bianchi di mezza età che provano nostalgia per la Hollywood del passato; in altre parole MHGA (Make Hollywood Great Again). Il film è ambientato nel 1969, quando alcuni americani pensavano che lo status quo stesse venendo minacciato dalle minoranze, dagli hippies e dalle donne che si erano da poco emancipate. Dalla controversa rappresentazione di Bruce Lee – una delle rare star asiatiche di Hollywood – al fatto che le persone di colore sembrano non esistere e i ‘Messicani’, come vengono chiamati nel film, sono posteggiatori o cameriere, il film di Quentin Tarantino sembra avere numerosi zone d’ombre, mentre il progetto all’insegna della supremazia bianca di Charles Manson viene ignorato”, scrive Gray. 

Tornando indietro al più storico, come datazione, essendo del ’42, nella lista c’è La taverna dell’allegria, con Bing Crosby, Joan Crawford, Judy Garland, Shirley Temple, Fred Astaire e Al Jolson, che in alcune scene compaiono con il volto dipinto di nero, esibizione messa in scena come se non ci fosse il rischio di un risvolto potenzialmente problematico.

Continuando in ordine cronologico, Sentieri selvaggi del 1956, diretto da John Ford e con John Wayne: il film mostra un veterano della Guerra Civile alla ricerca della nipote rapita dai Comanche. Un personaggio razzista, per cui il film viene considerato da alcuni come un focus sull’intolleranza, e altrettanto viene fatto notare come i nativi americani siano ritratti in maniera comica e come fossero selvaggi.

Poi, arrivato nelle sale nel 1961, Quelle due, portato al cinema da un testo teatrale dell’attivista Lillian Hellman: la storia di due insegnanti – Shirley MacLaine e Audrey Hepburn – accusate di avere una relazione omosessuale. Una delle due donne confessa tra le lacrime fino a togliersi la vita. Una rappresentazione negativa della comunità LGBT, secondo Variety. 

Anche Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo del 1971 viene annoverato nella lista perché presenta poliziotti che svolgono il proprio mestiere seguendo l’istinto invece che la legge, inoltre prende in giro i giudici liberali, e il villain sostiene la brutalità delle forze dell’ordine, gettando così le basi dell’idea che queste accuse siano delle mosse per ottenere la simpatia degli altri.

Non manca nemmeno Indiana Jones e il tempio maledetto, film dell’ ‘84, che, secondo Gray, necessita di disclaimer perché ritrae i villain come “primitivi e stranieri assetati di sangue, portando in scena dei ritratti negativi e stereotipati dell’India e delle tradizioni indù”.

Una rappresentazione di Buffalo Bill che non chiarisce non si tratti di un transessuale, passando un messaggio ambiguo, questa la critica a Il silenzio degli innocenti del ’91. 

Forrest Gump, invece, nelle sale nel ‘94, viene celebrato per come mostri le persone disabili, i veterani e i malati di AIDS. Eppure il film è “ostile nei confronti di chi protesta, degli attivisti e della controcultura”, oltre al fatto che Nathan Bedford Forrest, il protagonista, ha “ereditato” il nome del nonno, leader del Ku Klux Klan.

Stesso anno, stessa sorte per True Lies, considerato controverso per come James Cameron mostra i personaggi di origine araba, fanatici religiosi e terroristi.

E totalmente “insensibile” è Io prima di te (2016) con Emilia Clarke e Sam Claflin, descritto come “una storia d’amore tra un uomo che rimane paralizzato dopo un incidente e si innamora della sua nuova compagna. La invita a vivere la sua vita al massimo, invece che vivere ‘una vita a metà’ con lui. Quindi si uccide, proponendo l’idea che il suicidio sia meglio rispetto a una vita con una disabilità”.

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19 Giugno 2020

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