Si terrà online, dal 20 al 28 marzo, la trentesima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina (Fescaaal). Cinquanta i film selezionati – tra i circa seicento ricevuti – che rappresentano il meglio delle ultime produzioni da e su Africa, Asia e America Latina. Nove giorni di proiezioni su Mymovies (con la sottoscrizione di un abbonamento), incontri con gli autori ed eventi speciali online su Zoom e i canali social del festival. Claim scelto per questa edizione ‘MiWorld From A to Zebra‘, per sintetizzare la vocazione di ricerca della rassegna, che da trent’anni porta a Milano e in Italia la scena artistica e culturale dei tre continenti, con un’attenzione particolare alle nuove generazioni.
Ad aprire la kermesse, uno dei film più importanti dell’Africa sub-sahariana dell’ultimo decennio: La nuit des rois del regista franco-ivoriano Philippe Lacôte, presentato in anteprima alla scorsa Mostra di Venezia e girato nell’infernale prigione di Abidjan, la Maca, nel cuore della foresta ivoriana, al confine tra natura selvaggia e civile, controllata dai prigionieri stessi.
Nel Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo, con fiction e documentari presentati in anteprima nazionale, due film rivelazione della Semaine de la Critique di Cannes: Nuestras Madres di César Díaz (Caméra D’Or 2019) che narra la storia di un figlio ossessionato dalla ricerca delle spoglie del padre desaparecido e la satira sottile di Le miracle du saint inconnu di Alaa Eddine Aljem che, attraverso le peripezie di un ladro nel disperato tentativo di recuperare il suo bottino, racconta il Marocco contemporaneo.
Nel Concorso Extr’A riservato a film di registi italiani che si confrontano con altre culture: Talking Dreams di Bruno Rocchi, girato in un villaggio dell’Africa Occidentale dove gli ascoltatori di una radio locale raccontano i loro sogni per ricevere consigli e interpretazioni rivelando la psiche di una comunità segnata da miseria e migrazioni; L’armée rouge di Luca Ciriello, un’inedita incursione nella comunità ivoriana di Napoli; Celles qui restent di Ester Sparatore che dà voce a un gruppo di donne che dalla Tunisia si battono contro l’oblio sociale dei loro cari, giunti in Italia clandestinamente e poi scomparsi. Ancora una regia al femminile con Aboy di Chiara Delva che segue un giovane del Gambia di ritorno a casa dall’Europa mentre cerca ostinatamente di rifarsi una vita; This Is Not Cricket di Jacopo de Bertoldi conduce nel cuore di un quartiere multietnico di Roma sulle tracce di due ragazzini che sognano di diventare star del cricket. Miglior film a Italiana.Corti del Festival di Torino 2020, Old Child di Elettra Bisogno racconta con un linguaggio sperimentale il viaggio frammentato d’immagini spettrali di Hazem, un giovane rollerblader di Gaza costretto a lasciare la sua terra.
Tra le altre sezioni: il Concorso Cortometraggi Africani; la sezione Flash con anteprime e film evento; la sezione E tutti ridono… riservata alle migliori commedie dai tre continenti. Tra le novità la tavola rotonda “Donne sull’orlo di cambiare il mondo”, per riflettere sul cinema al femminile, promuovere la parità di genere e il valore delle diversità. Tra gli eventi speciali, gli Africa Talks “Cityscapes: le trasformazioni dell’Africa urbana”, in collaborazione con Fondazione EDU, sul tema delle città africane che guardano al futuro, che vede tra i partecipanti Yvonne Aki-Sawyerr, sindaca di Freetown, città capitale della Sierra Leone, che la Bbc ha inserito nella lista delle cento donne più influenti nel 2020.
Dal 15 al 28 marzo, inoltre, su Mymovies il secondo MiWorld Young Film Festival, festival di cinema e intercultura per le scuole secondarie di I e II grado dedicato ad Africa, Asia e America Latina.
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