Storm Warning. Tsunami. Manipulations. Carnage. Family Album. Bonfire.
Parole, concetti, che intridono in sé sensazioni d’inquietudine, evocano paure, fanno porre guardinghi: sono i sei titoli – degli altrettanti episodi – di Liaison, un’altra parola dall’atmosfera specifica, romantica, perché la serie creata e scritta da Virginie Brac (Spiral) e diretta da Stephen Hopkins (24) è anche… questo, romantica appunto, ma di un romanticismo intimo, potente perché quasi represso, eppure le puntate nascono e prendono forma come un thriller in cui la tensione è sempre una corda di violino sull’orlo di saltare, e questo perché? La risposta vive nelle azioni passate/presenti di ciascuno, infatti il genere della serie – su Apple Tv+ dal 24 febbraio – l’indagine la attua nell’osservazione dei comportamenti umani, che possono fungere da potenziale detonatore degli eventi futuri.
Vincent Cassel (Gabriel) e Eva Green (Alison) – chi è l’agente ufficiale? chi la spia? chi l’informatore? chi è chi? – sono i poli magnetici di questo stress dinamico e fattuale, di questo primo progetto Apple Original in lingua francese e inglese: nella notte c’è Damasco, e c’è Londra, c’è festa, ma c’è anche terrorismo, c’è una partita di carte a soldi tra amici, ma c’è anche la città distrutta; e poi la mattina c’è Parigi, l’Eliseo, una telefonata misteriosa, il Presidente della Repubblica e un ministro. La geografia che moltiplica il luogo dell’azione e le atmosfere, anch’esse multiple – una casa privata, un covo terroristico, un centro di cyber security -, sono già tutte carte intriganti come premessa di un “gioco” tutt’altro che statico, tutt’altro che prevedibile, e costantemente pronto a mescolarsi, contraddirsi, sul filo perenne dell’imprevedibilità, ganci intriganti per lo spettatore; concetti, questi, sia dell’action della serie che propri anche del sentimento umano, amoroso.
La serie è come una grande torta a piani, si struttura su più livelli: spionaggio e intrighi politici non sono certo il viatico senza inciampi di una storia d’ amore. Il personaggio di Cassel – e lui nell’indossare i panni dello stesso – è camaleontico, una versatilità necessaria al ruolo, che l’attore francese fa propria con disinvoltura e credibilità, cangiando anch’egli dalle sabbie desertiche al brillare della Ville Lumière. Eva Green, volitiva e marziale nella sua metà professionale, offre poi l’altro lato bifronte di Alison, quello privato di lei con se stessa, e quello affettivo, che si annoda di puntata in puntata in una continua convivenza tra desiderio, delicatezza e mistero.
La serie, oltre che da Cassel e Green, è interpretata anche da Peter Mullan (Ozark), Gerard Lanvin (Chiami il mio agente!), Daniel Francis (Small Axe), Stanislas Merhar (The Black Book: La natura della realtà), Irene Jacob (La doppia vita di Veronica), Laetitia Eido (Fauda), Eriq Ebouaney (Rogue City), l’astro nascente del BAFTA Bukky Bakray (Rocks) e il vincitore dell’Emmy Thierry Fremont (Murder In Mind).
La proposta degli episodi ha un’agenda settimanale, dal 24 febbraio appunto, e per i successivi cinque venerdì.
In onda dal 17 novembre su Fox Nation. Il regista, 81enne, è anche voce narrante degli episodi che racconteranno le gesta di San Giovanni Battista, San Sebastiano, Giovanna d’Arco, Padre Massimiliano Kolbe e molti altri
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