La Francia non sembra avere l’intenzione di muoversi dalle sue posizioni – l’audiovisivo deve essere escluso a priori dai negoziati per l’accordo di libero scambio con gli Usa – ma la presidenza irlandese dell’Ue continua a lavorare per cercare una soluzione di compromesso.
Anche altri paesi, infatti, hanno espresso “preoccupazione” e la necessità di proteggere l’eccezione culturale europea, tra cui Italia, Austria, Belgio, Polonia, ma nessuno – purché ci siano le adeguate garanzie che la protezione del settore non sarà annacquata – si è messo per ora sulla stessa linea oltranzista di Parigi.
La Francia “respingerà qualunque mandato che non comporti una protezione dei servizi culturali e un’esclusione chiara ed esplicita del settore audiovisivo”, ha dichiarato infatti davanti ai colleghi il ministro francese del commercio Nicole Bricq, riconoscendo però che anche quegli stati preoccupati per il settore “non sono pronti a dimostrare la stessa determinazione” di Parigi. “Stiamo lavorando per alleviare le preoccupazioni di un certo numero di stati membri”, ha assicurato il ministro irlandese Richard Bruton in una pausa dei lavori, “non lasceremo nulla di intentato, cerchiamo il consenso di tutti gli stati membri e restiamo ambiziosi”.
Proseguono così i negoziati per cercare di giungere a un compromesso sull’audiovisivo.
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