La famiglia segreta e crudele di “Esterno sera”


La famiglia che da un lato protegge e dall’altro ferisce. E’ da questa “cruda verità” che è partita Barbara Rossi Prudente per realizzare il suo primo lungometraggio, Esterno sera. Un film dalle vicende produttive piuttosto complicate – la pellicola è stata opzionata per ben due volte, da due produttori diversi, nell’arco di 14 anni senza riuscire a vedere la luce – che nel 1999 aveva vinto il premio Solinas per la Migliore sceneggiatura e che finalmente giovedì 30 maggio uscirà in sala. La regista, casertana di origine, si era già occupata nel 2008, con il suo secondo documentario La bambina deve prendere aria, della difficile realtà della sua Regione, che ritorna in maniera impietosamente diretta anche in quest’ultimo lavoro. Perché la famiglia è solo il punto di partenza, l’osservatorio privilegiato di un mondo basato sui compromessi e sull’omertà. L’unica a ribellarsi a questo sistema è Alba, la protagonista – scelta dalla Rossi Prudente dopo diversi provini e interpretata da Valentina Vacca – una ragazza figlia dei suoi tempi ma incapace di vivere la quotidianità e l’amore proprio a causa dei rapporti perennemente falsati all’interno del nucleo familiare. Un destino che, come nella tradizione della tragedia greca, si abbatte anche sul personaggio di Fabrizio (Emilio Vacca), fratellastro di Alba, che paga a caro prezzo l’innamoramento per quella che fino a poco tempo prima credeva fosse solo una lontana parente. Bloccati da se stessi e dagli altri, anche la soluzione che troverà Alba per sfuggire dalla situazione che impedisce ai due ragazzi di vivere la loro storia, non potrà che essere il frutto delle dinamiche distorte subite per anni. Come dire che al destino (quello che ci preparano gli altri) non si può sfuggire.” Quello che volevo raccontare – dice Barbara Rossi Prudente – è come l’amore possa avere anche conseguenze imprevedibili. Le mura domestiche racchiudono il luogo che più al mondo dovrebbe prendersi cura dell’individuo, ma quasi sempre non succede, perché anche lì vigono le regole del clan. Perché la “Gomorra” portata sullo schermo da Garrone è proprio da lì che prende le mosse”.

 

La regista spiega inoltre come sia stata importante la scelta del cast: “Non mi interessava avere un film pieno di nomi famosi, volevo attori, bravi, facce vere, con cui poter lavorare anche sul testo. Per questo ho preso quasi tutti attori di teatro. A Napoli c’è una grande tradizione e non mi è stato difficile trovare Alba e Fabrizio, che poi nella vita sono davvero fratelli”. Valentina ed Emilio Vacca, alla loro prima prova da protagonisti, recitano quindi partendo da un contesto di verità, senza imbarazzi, affiancati da volti conosciuti come quello di Salvatore Cantalupo, spesso al fianco di Toni Servillo, e Ricky Tognazzi, che nel film ha un piccolo cameo.

Un cast affiatato che ha avuto la possibilità di provare per un mese prima di arrivare sul set e che si è spesso trovato a girare e in luoghi reali e non ricostruiti. È il caso della processione: “una scena molto difficile sottolinea la regista per la quale, anche per motivi economici, abbiamo pensato di sfruttare una vera manifestazione religiosa. Solo che dovendo utilizzare una pistola abbiamo dovuto convincere il prete e dividere le riprese in due momenti”. Stessa sorte anche per la sequenza in cui la protagonista corre con una cuffia da piscina in mezzo a una strada piena di auto: “quello sì è stato davvero un pezzo di cinema verità: come tante altre volte abbiamo girato senza permesso, utilizzando delle auto vere, fuori da un cinema, gli automobilisti improvvisamente si sono visti sbucare dal nulla Valentina”. Questa stessa scena è inoltre costata al film un divieto ai minori di 14 anni “non tanto per il tema – afferma la Rossi Prudente – ma per il pericolo di emulazione legato ad essa. Ci siamo appellati, ma mi sembra assurdo che vietino il film per una corsa”.

09 Maggio 2013

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