La Bella e la Bestia: la fiaba prende corpo

Un classico della Storia del cartoon Disney ritorna, 26 anni dopo, in una versione dal vero


La Bella e la Bestia ha precedenti lontani, rintracciabili in Apuleio e nella narrativa leggendaria dell’area del Lago di Bolsena, anche se Disney ha scelto come ispirazione, già nella versione del ’91, la fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont e, in questa versione, ha l’enorme pregio di aver mantenuto un’alta fedeltà al cartoon prodotto 26 anni fa, tradimento che non sarebbe facilmente stato tollerato, tanta è la fidelizzazione a questa storia nella sua versione cinematografica precedente.

La fiaba originale ha confini generici, di tempo e di luogo, che, invece, in questo film, sono stati fissati dettagliatamente, per permettere un mastodontico lavoro di scenografie e costumi: Sarah Greenwood, production designer, ha scelto uno stile europeo, con ambientazione nella Francia del XVIII secolo – Rococò d’oltralpe, architetture di riferimento come Versailles – seppur non perdendo di vista nessuna caratteristica del cartoon. Il mondo del film, dunque, è nato e cresciuto in Inghilterra, agli Shepperton Studios di Londra (già sede di Lawrence d’Arabia, Gandhi, Arancia meccanica) principalmente, spazio con la possibilità di poter usufruire di 27 teatri di posa in cui costruire ambienti su larga scala. Questo per permettere a tutti i reparti di lavorare nell’ottica del realismo perché, pur essendo in ampia parte un film live-action, sussiste una sostanziale quantità di immagini digitali, che però non si doveva correre il rischio ricalcassero il tratto del cartoon, così le scenografie sono state successivamente scansionate al computer e trasformate in ambiente digitale a tre dimensioni, al fine di poter avere una bozza “pre-vis” del film, utile per poter poi collocare le camere. Da qui hanno auto inizio le riprese, da maggio ad agosto 2015, coinvolgendo più di 10.000 persone.

Come già nel primo film, la storia rimane corale: la bella e la bestia sono protagonisti ma la vicenda ha come corollario tanti significativi personaggi. Qui Belle è interpretata da Emma Watson (per otto film l’Hermione di Harry Potter): nessuna eccellenza, nessuna caduta, una figura che nell’aspetto ricorda la Belle del cartoon e forse questo basta, sorretta e inclusa nello spirito corale del film, in cui invece emergono con più luce altri interpreti. Luke Evans, negli efficaci panni dell’arrogante e sciupafemmine Gaston, con accanto il suo fedelissimo Le Tont, Josh Gad, dal profilo effeminato e primo personaggio Disney ad essere dichiaratamente omosessuale, cosa che ha creato dibattito in Russia, dove il film, ai fini di legge, è stato vietato ai minori di 16 anni. Seppur presenti più nella loro versione animata che umana, tutt’altro che figure di corredo, sono stati un emozionante Kevin Kline, nel ruolo delicato del papà di Belle, Ewan McGregor, il candelabro Lumière, Stanley Tucci, Cadenza, e Emma Thomson, la teiera Mrs. Bric.

Come e quanto i personaggi, protagoniste del film sono, e sono rimaste, le musiche, per la più parte le classiche conosciute e, anche in questa versione, con la cura della colonna sonora da parte del maestro Alan Menken. Inoltre, due brani sono stati scritti appositamente dallo stesso con Tim Rice. Il portante Beauty and The Beast suona sulle voci di Ariana Grande e John Legend, mentre la storica Céline Dion interpreta uno dei due pezzi appena scritti appositamente per questa uscita. L’incanto del film avvolge e coinvolge, anche se nella versione italiana si patisce l’adattamento ma, soprattutto, il doppiaggio, in più di un’occasione poco calzante, quasi stridente, come – ma non solo – per la voce della Bestia (Andrea Mete e Luca Velletri), poco rauca, per niente profonda, non peculiarmente cucita addosso alla statuaria e cavernosa figura sullo schermo.

Soffre anche il sinc, che sfugge facilmente in più di un cantato, prima di tutto in quelli interpretati da Belle. Non causa di macchia per il film, perché fortunatamente l’apparizione è sostanzialmente breve, ma non particolarmente convincente è l’interprete scelto per impersonare la Bestia tornata principe, Dan Stevens, la cui prova attoriale non può essere valutata per la fulmineità del passaggio ma che, nell’aspetto, è più simile ad un imberbe eunuco che ad un affascinante principe azzurro. Il primo film – 30° cartoon della storia disneyana – fu candidato – era la prima volta per un lungometraggio d’animazione – all’Oscar come Miglior Film, mantenendo il primato fino al 2010 (Up), accanto ad altre cinque nomination, per cui vinse due statuette: Miglior Colonna Sonora e Miglior Canzone, Beauty and The Beast, interpretata da Céline Dion. Questo stesso film si preannuncia possa ambire ad altrettanta, se non maggiore, attenzione da parte dell’Academy: la scena della cena, sull’armonia musicale dell’incalzante ‘Stia con noi’, potrebbe valere il film intero, un tripudio di bellezza all’ennesima potenza, un godimento per lo sguardo, l’ascolto e il coinvolgimento, tutto indipendentemente dall’età.

La Bella e la Bestia ha segnato una generazione, quella che negli anni ’90 era bambina o adolescente, e che dunque in questa versione si reimmerge nella memoria di quella visione, ma questo lungometraggio rimane capace di vivere di vita propria e avvincere sia chi guarda ora con gli occhi di bambino, sia lo spettatore più adulto, senza deludere nessuno, tanti sono i livelli di lettura, narrativa e tecnica, che il film propone. In Italia esce il 16 marzo, distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures, anche in Disney Digital 3D, RealD 3D e IMAX 3D. 

Nicole Bianchi
08 Marzo 2017

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