L’Europa creativa in cerca di pubblico, soprattutto giovane

Tema centrale del Rendez-Vous Europeo la ricerca di strategie in grado di aumentare l’interesse dei cittadini dell’Unione, in particolare ragazzi e adolescenti, verso il cinema europeo


CANNES. Durante il Marché du Film si è tenuto il tradizionale Rendez-Vous Europeo organizzato dall’Unione Europea, in collaborazione con il Festival di Cannes, che costituisce un momento di approfondimento sulla situazione dell’industria cinematografica in Europa. Nell’anno del lancio del nuovo programma settennale “Europa Creativa” a sostegno dell’industria dell’audiovisivo, la conferenza si è intitolata “Sfide politiche per un’Europa Creativa” e il tema centrale è stato la ricerca di strategie in grado di aumentare l’interesse dei cittadini dell’Unione, in particolare ragazzi e adolescenti, verso il cinema europeo.

L’incontro è stato aperto dal Commissario per l’istruzione e la cultura Androulla Vassiliou che, riprendendo il recente studio della Commissione Europea su i film europei nell’era digitale (“Policy Paper about European Films on the Digital Era”) ha evidenziato le quattro principali sfide da affrontare affinché l’offerta di film europei trovi il suo pubblico.

Il primo grande ostacolo da superare è quello di garantire alla produzione europea una miglior distribuzione. Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi vent’anni, attraverso le varie versioni del Programma MEDIA, la maggior parte film europei continuano ad avere una distribuzione su piccola scala solo all’interno dei confini nazionali del paese di produzione. Anche le nuove tecnologie, attraverso il VOD, pur avendo aumentato la disponibilità di contenuti europei non hanno aumentato radicalmente la fruizione degli stessi; la maggior parte dei ricavi provenienti dallo sfruttamento VOD proviene infatti da contenuti non europei. È necessario pertanto – secondo il Commissario Vassiliou – uno sforzo, anche attraverso i finanziamenti nazionali e il Programma Europa Creativa, affinché sin dalla fase di sviluppo dei progetti si ragioni pensando a un pubblico europeo e si garantisca una maggiore trasparenza su tutte le piattaforme di distribuzione.

Una seconda sfida proviene dal business environment in cui operano i professionisti europei. Oltre allo sforzo fatto dall’Unione Europea affinché le regole in materia di audiovisivo e diritto d’autore siano le stesse in tutta l’area, è necessario stimolare un maggior accesso al credito delle piccole e medie imprese dell’audiovisivo, ed è per tale ragione che dal 2016 è previsto il fondo di garanzia del Programma Europa Creativa.

Terza sfida è garantire un sempre maggior partenariato a livello creativo, e pertanto il nuovo programma europeo per il networking e la mobilità in materia d‘istruzione, Erasmus+, è stato allargato anche alle strutture formative del settore del cinema e audiovisivo.
Infine, occorre affrontare le resistenze del pubblico europeo con forti azioni dal lato della domanda sia attraverso nuove strategie di distribuzione, che potranno essere multipiattaforma e studiate caso per caso, sia attraverso attività di film literacy e di formazione nelle scuole.

La parola è poi passata agli operatori che hanno discusso approfonditamente su tutte queste difficoltà nell’ambito di due diversi panel: il primo ha analizzato le problematiche dal lato della produzione, il secondo della distribuzione.
Si sono scontrate diverse posizioni in materia di sviluppo e creatività o sulle diverse caratteristiche delle opere provenienti dall’Europa rispetto a quelle di Hollywood, che secondo molti non è un competitor fornendo, in assoluto monopolio, contenuti che è  difficile immaginare che possano essere prodotti nel nostro continente.

Si è analizzato il mutamento dei canali distribuzione nell’era digitale che impongono al produttore stesso di pensare a valide strategie di marketing a livello internazionale affinché l’opera possa avere visibilità nella fase di sfruttamento che non è più solo appannaggio di un distributore cinematografico locale.
Si è discusso del fatto che anche le uscite su più piattaforme contemporaneamente non ha portato risultati esorbitanti, anche se studi commissionati dall’UE evidenziano che è aumentato il numero di fruizioni delle singole opere e che l’uscita in contemporanea in sala e online non ha ridotto le presenze al cinema ma ha semplicemente permesso a un pubblico lontano dalle sale di poter aver accesso ai medesimi contenuti online.

Nonostante le diverse posizioni, tutti concordano come sia necessario continuare lavorare affinché a livello europeo si cerchino soluzioni comuni e cresca il dialogo tra policy makers, professionisti dell’industria dell’audiovisivo e finanziatori pubblici.

17 Maggio 2014

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