L’eretico Pietro Ingrao: un secolo tra politica e cinema

Filippo Vendemmiati ha dedicato un documentario alla figura dell'uomo politico


VENEZIA – “Non accetto la rappresentazione denigratoria della politica. Se rinunciamo a difendere la politica, vince il più forte”. Non poteva esserci frase più attuale in un momento storico in cui il Paese è investito da una forte Dqondata di antipolitica -argomento su cui tangenzialmente si sofferma anche Bellocchio in Bella addormentata ma a pronunciarla è un uomo quasi centenario: Pietro Ingrao. 97 anni, politico comunista di lungo corso che ha attraversato un secolo di storia d’Italia rimanendo fedele ai suoi ideali e ponendosi come punto di riferimento di un’area del Pci molto attenta ai movimenti della società.

 

“A Venezia (Giornate degli Autori) Ingrao arriva con Non mi avete convinto Pietro Ingrao, un eretico, documentario del regista-giornalista Filippo Vendemmiati, che al Lido ci venne già nel 2010 con è stato morto un ragazzo sulla vicenda di Federico Aldrovandi, “morto di polizia”. Un film a sua volta molto politico. “C’è un valore forte che accomuna i due film – sottolinea Vendemmiati – Li ho sentiti come un’urgenza, ci credo molto e servono per fare i conti con la storia, anche se in modo diverso”.

Dalla ricostruzione di un episodio emblematico della recente storia italiana, quindi, alla testimonianza di un figura larger than life che ha percorso 100 anni di vita del Paese. “Alla base di questo lavoro c’è un elemento biografico importante – dice il regista – Il film inizia infatti con uno studente che, negli anni’80, ascolta alla radio un discorso di Pietro Ingrao al congresso del Pci e ne rimane affascinato e colpito. Quel ragazzo, naturalmente, ero io, che poi nel film intrattengo un dialogo virtuale a distanza con l’uomo politico. Il ragazzo aveva un sogno nel cassetto e non l’ha dimenticato, e ritrova nel maestro la voglia intatta di cambiare il mondo. Ingrao è un uomo che ha condotto tante battaglie nel dissenso, pagandone un prezzo molto alto”.

 

Prodotto da Tomatodoc&film con Istituto Luce Cinecittà (che lo distribuisce) Non mi avete convinto è una lunga intervista realizzata da gennaio a giugno 2012, un racconto in prima persona di Ingrao intervallato dalle musiche dei Tetes de bois (che ieri sera si sono esibiti al Lido per l’occasione) e dal materiale di repertorio concesso da Istituto Luce Cinecittà, Rai Teche e dall’Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico. Tra una “confessione” e l’altra, tra testimonianze di oggi mischiate a quelle del ’68, dell’83, del 2002, emerge anche la grande passione (e grande rimpianto) dell’uomo: il cinema. “Abbandonò la speranza di fare il regista – dice Vendemmiati – ma ha sempre coltivato questa passione che riflette il suo modo di pensare e agire, la sua attenzione per la comunicazione, il linguaggio, la cultura. Ingrao ama Bach e Sting, ha adorato il film dei fratelli Taviani girato a Rebibbia e il suo film preferito è La sottile linea rossa“.

Andrea Satta dei Tetes de bois racconta di aver incrociato Pietro Ingrao “su qualche palco, ma senza avere l’opportunità di parlarci. Ora che l’abbiamo finalmente conosciuto ho avuto la percezione di un uomo dall’approccio semplice, che coniuga il quotidiano e l’universalità, capace di relazioni immediatamente confidenziali, ma dalla statura straordinaria”. Ora Non mi avete convinto, dopo la première veneziana, andrà in giro per l’Italia tra proiezioni pubbliche e private che si inaugurano domenica 9 settembre a Lenola, il paese d’origine di Ingrao, alla presenza di Ettore Scola. In alcune di queste occasioni i Tetes de bois si esibiranno dal vivo per commentare il film.

autore
06 Settembre 2012

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