L’ANAC ATTACCA, IL GOVERNO RISPONDE

Botta e risposta tra Anac e governo ieri all’assemblea convocata al Palazzo delle Esposizioni di Roma dall’Associazione nazionale degli autori cinematografici.
Nella sala gremita si sono ritrovati esponenti della “vecchia guardia” tra cui Francesco Maselli, Age, Gillo Pontecorvo, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Carlo Lizzani, Gigi Magni, Ugo Gregoretti, Suso Cecchi D’Amico, Emidio Greco, Franco Giraldi, e giovani registi come Daniele Segre, Marco Puccioni, Daniele Vicari, Guido Chiesa, Mario Balsamo, Francesca Pirani, Giuliana Gamba. E Mario Martone che nel suo intervento ha detto: “E’infame colpevolizzare i registi che hanno accesso ai finanziamenti. Fare film con soldi pubblici non è un furto, ma un servizio reso allo Stato.
Tra i presenti anche Rosalia Polizzi, Salvatore Maira, Damiano Damiani, Armenia Balducci, i produttori Mario Berardi e Vincenzo Verdecchi, Bruno Torri del Sindacato nazionale critici, il regista teatrale Mario Missiroli, l’autore televisivo Marco Giusti, il distributore Beppe Attene ed esponenti delle associazioni di scrittori, scenografi, dialoghisti, costumisti e giornalisti cinematografici.
Oggetto della discussione, spiega Maselli, “La campagna della stampa governativa orchestrata su ‘Libero’, ‘Il Giornale’ e ‘Il Foglio’ contro il cinema italiano che prepara una cambiamento politico” e quelli che Gregoretti, nell’intervento introduttivo chiama: “ i disegni torbidi e turpi verso il cinema che ribollono sotto il silente stagno della politica governativa”.
In sostanza, l’Anac mette sotto accusa, parole di Maselli, “il blocco dell’attività delle Commissioni cinema anche se nessuno di noi contesta il diritto del governo di modificare la composizione degli organismi che decidono sui finanziamenti pubblici” e il disegno di legge presentato alla Camera dal parlamentare di An Guglielmo Rositani che, “apparentemente accoglie alcune nostre richieste ma nasconde rischi preoccupanti”.
Tocca a Emidio Greco illustrarli: “La legge, accolta molto bene dai produttori, prevede l’abbassamento al 50% del contributo statale ai film, l’istituzione della tax shelter e di un Ufficio di garanzia per la cinematografia, composto da 12 membri, nelle cui mani si concentrerà ogni potere decisionale. Ma ci risulta che il ministro Tremonti sia tutt’altro che intenzionato a concedere la tax shelter, senza la quale si ridurrebbe il numero di film finanziati dai 90 attuali a non più di 30/35″.
A rispondere, a nome del governo, c’è Carmelo Rocca, segretario generale del ministero dei Beni Culturali, che contrattacca: “Non c’è nessun blocco delle Commissioni cinema: queste voci sono puro terrorismo di qualche dirigente che ha paura di perdere la poltrona. E comunque il ministro Urbani può avvalersi delle leggi dello Stato, in particolare la nuova legge Frattini, per modificare legittimamente la composizione delle Commissioni”. E annuncia: “Il governo sta per varare la sua legge che sarà incentrata sulla difesa della libertà dei produttori, dei distributori, degli esercenti, degli autori e del pubblico. Credo che il ministro abbia intenzione di avviare un confronto con le varie categorie. Qui si dà per scontata l’opposizione di Tremonti alla tax shelter, ma credo che riusciremo ad istituirla.”.
A nome dell’Anac, Maselli incassa gli impegni del governo. Ma annuncia che la mobilitazione dell’associazione proseguirà, insieme ad altre associazioni di categoria, con l’apertura di una “vertenza cultura” prima del Festival di Venezia. Prossimo appuntamento un seminario da tenersi entro 2 settimane. All’ordine del giorno la legislazione sul cinema e il futuro di Rai Cinema, Cinecittà Holding e Istituto Luce.