VENEZIA – Małgorzata Szumowska e Michał Englert sono una coppia di registi amati dai festival (hanno vinto due volte l’Orso d’argento a Berlino con Corpi e Mug, erano in concorso a Venezia con Non cadrà più la neve, che ha rappresentato la Polonia agli Oscar).
Ora tornano in competizione con un film duro che tocca temi di forte impatto e non solo per la comunità LGBTQ+. Kobieta z… (Donna di…), sullo sfondo della trasformazione della Polonia nel passaggio dal comunismo al capitalismo, narra quarantacinque anni della vita di Andzej/ Aniela Wesoły, che nasce in un corpo maschile e fatica a trovare la sua strada come donna trans. Nel frattempo si sposa, ha due figli, lotta contro i pregiudizi e la chiusura della famiglia d’origine, con il rifiuto netto di madre e padre, affronta cause legali per la riassegnazione di genere e per avere un nome che la rappresenti, si sottopone a drastiche cure ormonali (inizialmente fai da te, rubando gli estrogeni che vengono prescritti alle donne in menopausa). Non ha un aiuto pubblico per sostenere le spese delle terapie e finisce anche per diventare una truffatrice, a sua insaputa, vendendo carte telefoniche contraffatte. Ma, al di là delle vicende, il film acquista importanza per il lavoro introspettivo sulla trasformazione del corpo che viene osservato con amore e rispetto in tutte le sue sfumature, mentre appassiona la relazione tra Aniela e sua moglie, che dopo un iniziale rifiuto riscopre il suo legame con la persona che ha avuto accanto per tanti anni senza veramente conoscerla.
“La Polonia è un paese cattolico controllato, specie nelle città più piccole dove è ambientato Kobieta z, da una Chiesa che viene meno al suo mandato di religione del perdono, dell’amarci l’uno con l’altro. Per quanto riguarda le persone LGBTQ+ fa l’esatto contrario, è intollerante. E per il governo è esattamente la stessa cosa”, ha affermato Malgorzata Szumowska in conferenza stampa. E aggiunge: “Viviamo momenti particolari per la comunità LGBTQ+ in Polonia, non abbiamo leggi che la proteggono e questo è sbagliato”.
I due registi, in coppia anche nella vita, chiariscono: “Il film è frutto di tanti anni di lavoro e infiniti incontri con persone transgender, persone di tutte le età che vivono in Polonia e che si sono fidate di noi e hanno condiviso le loro storie. Aniela – che nel suo faticoso percorso verso la libertà ha vissuto come uomo per quasi metà della sua vita in una cittadina di provincia – ci è sembrata un simbolo, una metafora della transizione della Polonia, riflesso di una società che in passato si era unita per far crollare il regime comunista. Quella stessa società oggi favorisce la polarizzazione delle opinioni, ed è riluttante ad accettare convinzioni che in altre parti del mondo sono ormai da tempo diventate norme sociali. Il titolo del film è un esplicito riferimento al nostro maestro, Andrzej Wajda (L’uomo di ferro, L’uomo di marmo). In un momento in cui lo spazio del cinema viene sempre più occupato dai social media, abbiamo sentito il bisogno di raccontare la straordinaria storia di Aniela, ponendo domande e inserendo gli elementi classici del genere cinematografico cui il film appartiene”.
In Kobieta z… appaiono varie persone transgender, che recitano in ruoli trans e cis, mentre molti appartenenti alla comunità LGBTQ+ hanno fatto parte del team di produzione. “Speriamo che il film aiuti a comprendere cosa significhi essere trans, e accresca il sostegno a leggi che garantiscano una vita sicura”, concludono gli autori.
Il film in Italia uscirà con I Wonder Pictures. Da segnalare la splendida interpretazione di Małgorzata Hajewska-Krzysztofik (Aniela) e di Joanna Kulig nel ruolo della moglie, è una delle attrici di spicco del cinema polacco con un titolo famoso come Cold War al suo attivo.
di Cristiana Paternò
Intervista al regista e sceneggiatore Stefano Sollima, e agli attori Pierfrancesco Favino e Gianmarco Franchini
Torna a Roma, dal 15 al 17 settembre 2023 SCOPRIR - Mostra di Cinema Iberoamericano, giunta alla sua undicesima edizione. Quest’anno verrà presentata la sezione Espacio Femenino, ciclo del cinema dedicato alla cultura femminile
Dopo avere scoperto il palmarès di Venezia 80, è il momento di rivelare i primi cinque classificati della prima edizione del FantaLeone di CinecittàNews, il primo fantasy game dedicato alla Mostra del Cinema
“La ricerca, lo sviluppo e la centralità delle produttrici italiane” è il titolo dell’incontro promosso da DOC/it, associazione dei Documentaristi e delle Documentariste italiane, nell’ambito del Venice Production Bridge di Venezia che si è tenuto durante l'80ma Mostra