Kechiche: la mia Adele è come Indiana Jones

Esce la controversa Palma d'oro, il 24 ottobre in 150 copie con Lucky Red. “Non mi pare così strano che Spielberg l’abbia apprezzata – dichiara il regista – Adele è un’eroina come Indiana Jones”


Acclamatissimo per la vittoria della Palma a Cannes, chiacchieratissimo per le polemiche che hanno seguito l’uscita francese, arriva ora in sala con Lucky Red La vita di Adele – Capitolo 1 & 2 di Abdellatif Kechiche, in 150 copie a partire dal 24 ottobre. “Abbiamo scelto – dice Andrea Occhipinti – di non forzare la mano e lasciare che il film fosse visto nelle sale giuste, senza snaturarlo. Si farà strada da sé come ha fatto già in Francia, dove ha raggiunto brevemente i 261mila ingressi”. Il precedente film di Kechiche, Venus noire, ne aveva fatti staccare 217mila, quindi si punta al milione conquistato a suo tempo dal ‘blockbuster’ del regista, Cous Cous. Ispirato in parte al fumetto Il blu è un colore caldo, il film racconta l’iniziazione sentimentale e sessuale di una ragazza, attraverso il turbolento rapporto amoroso con una pittrice (Lea Seydoux).

Non mancano le scene esplicite, molto realistiche, al centro di parecchie discussioni dopo che le due interpreti – una, Adele Exarchopoulos, è presente in conferenza insieme al regista – hanno dichiarato di essere state in qualche modo ‘forzate’ a interpretare le scene di sesso in una maniera che superava la loro reale volontà. Oggi però tutto ciò sembra già acqua passata. “E’ un film che tratta temi delicati – dice il regista – quindi è normale che abbia avuto una vita avventurosa. Era così già durante le riprese, è stato un susseguirsi di situazioni entusiasmanti e altre meno gradevoli. Il cinema ci permette di esplorare la verità, di rompere lo schermo protettivo e di metterci a nudo. Le mie attrici hanno una grande capacità di esprimere tutto ciò e per far entrare Adele ancora più in parte ho voluto che la protagonista si chiamasse come lei. Nel fumetto il suo nome era Clémentine. Ho l’impressione che dal mio primo film sia stato un continuo evolversi fino a questo. Amo ciò che mi circonda e ciò che filmo, provo rispetto e tenerezza per i miei attori e per questo ho un bisogno viscerale di intrattenere con loro una relazione intima”.

“Non si tratta della mia vita – completa il quadro l’interprete – abbiamo dovuto lavorarci molto ma Abdel ci ha dato molta libertà creativa. In alcune parti, invece, ci siamo dovute preparare e abbiamo anche improvvisato. Mi ha aiutato molto il fatto che il film sia stato girato in ordine cronologico. Il mio personaggio parte alla fine del lice, studia, si sviluppa, diventa donna, si innamora, scopre la sua sessualità. E’ come se avessi seguito questo percorso io stessa. E’ una vera iniziazione sentimentale”.

“Adele, attraverso la relazione con Emma – continua Kechiche – impara fondamentalmente a essere libera. Emma è uno strumento. Adele passa dall’adolescenza all’età adulta, si trasforma. All’inizio è goffa, si tocca costantemente i capelli, si tira su i pantaloni. E’ stata interpretata magnificamente e con spontaneità, senza doverci troppo lavorare. Poi diventa donna e assume un altro atteggiamento. E’ affamata di tutto, di cibo, di sesso, di ballo, di vita. Quando si ha così fame non ci si può reprimere, ma si tende anche a mettersi in situazioni pericolose. A molti pare strano che il film sia piaciuto a Spielberg, presidente di giuria a Cannes, ma io non vedo le nostre arti così lontane. Pensiamo per esempio a Il colore viola. E’ un grande uomo di cinema e sapevo che avrebbe apprezzato quantomeno gli aspetti tecnici, anche se non mi aspettavo di vincere. E poi, Adele è un’eroina, alla pari di Indiana Jones”.

Per approfondire: leggi l’intervista fatta da CinecittàNews al regista a Cannes

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16 Ottobre 2013

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