Kasia Smutniak: “Mi ha scoperto Panariello”


Il recente successo della miniserie di RaiUno Giuseppe Moscati di Giacomo Campiotti, di cui è stata l’apprezzata interprete accanto a Beppe Fiorello, offre l’occasione di un incontro a tutto campo con Kasia Smutniak, l’incantevole e multiforme attrice polacca 28enne rivelatasi col tempo un’attrice di notevole talento, dopo gli esordi come fotomodella e come testimonial di una compagnia telefonica. Nella fiction su Moscati è un’aristocratica dei primi decenni del ‘900, promessa sposa del medico napoletano beatificato nel 1975 perché attratta dalla sua anima ribelle e in seguito non più disposta a rinunciare ai propri privilegi.

Kasia apparirà presto come protagonista di Nelle tue mani di Peter Del Monte e in un breve ruolo accanto a Nanni Moretti in Caos calmo di Antonello Grimaldi, mentre in inverno la si vedrà su RaiUno nelle due miniserie Rino Gaetano di Marco Turco – sull’estroso cantautore scomparso a soli 31 anni e interpretato da uno strepitoso Claudio Santamaria – e in Primo Carnera di Renzo Martinelli, oltre che nella serie di Raffaele Mertes per Canale 5 Questa è la mia terra 2.

Quando ha capito che voleva fare del cinema?
Qualche anno fa mentre facevo la modella a Milano mi chiamò Giorgio Panariello per il suo film Al momento giusto e accettai quasi per gioco, non mi sembrava quasi di lavorare, poi capii che, al di là del divertimento, recitare mi piaceva davvero, ma non ho mai creduto al ‘fuoco sacro’. Mi sono mossa per istinto naturale, mi sono arrangiata da sola ascoltando i consigli dei registi e degli attori più dotati con cui ho lavorato: la vera scuola è il set.

Attrice per caso, quindi…
Molti attori spesso credono di cambiare il mondo e vivono il mestiere con fanatismo esasperato solo per soddisfare il proprio egoismo, c’è tanta gente strana che si concentra tutta seriosa sugli stage e sul metodo e invece io credo che non ci si debba mai prendere troppo sul serio, non mi sento un’attrice egocentrica, ma al contrario sono sempre insicura. Preferisco vivere, insomma, e il mio mestiere mi piace soprattutto perché mi permette di vivere molte vite diverse.

E’ accaduto spesso, ultimamente…
Per il cinema interpreto due donne dei nostri giorni. In Nelle tue mani di Peter Del Monte, nelle sale a gennaio, sarò una ragazza slava un po’ difficile che vive una storia d’amore passionale e piena di colpi di scena con un giovane astrofisico, interpretato da Marco Foschi. In Caos calmo, firmato da Antonello Grimaldi e tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, premiato con lo Strega, sono una ragazza che attraversa spesso con il suo cane il parco dove staziona il protagonista Nanni Moretti. All’inizio ero un po’ intimorita da Nanni, di cui conosco tutti i film a memoria, ma poi lui si è rivelato molto gentile e divertente, così come lo è stato Grimaldi che conoscevo bene avendo girato con lui anni fa la serie La moglie cinese.

E i personaggi che vedremo nei prossimi mesi in televisione?
Grazie a loro ho attraversato quasi tutto il secolo scorso. In Rino Gaetano sono Irene, la fidanzata del protagonista, una ragazza dura e pura, esemplare per raccontare quegli anni ’70 così ricchi di fermenti e di quella freschezza ideale oggi perduta. In Primo Carnera di Martinelli recito invece la parte di una ragazza cinica e spietata degli anni ’20, Emilia Tersini, la prima fidanzata del grande pugile friulano la quale, estorta al protagonista una promessa scritta di nozze, lo ricatterà dopo le sue vittorie con la pretesa di essere lautamente risarcita. Saranno invece ambientate attraverso ulteriori 14 anni, fino agli anni ’60, le nuove 6 puntate di Questa è la mia terra 2. E’ infatti prevista un’ulteriore evoluzione delle vicende della donna che interpreto, contesa tra Massimo Poggio e Roberto Farnesi nell’Agro Pontino. Negli anni ’20 si muoverà invece la sensuale ed ambigua contessa, potenziale assassina, che interpreto in una delle sei puntate della serie Il commissario De Luca di Antonio Frazzi con Alessandro Preziosi protagonista.

Qual è il criterio con cui sceglie un lavoro?
Conta soprattutto la storia, il suo senso, il plot generale. Mi piace cambiare senza ripetermi troppo e costruire i personaggi anche nel fisico, è molto stimolante ingrassare, dimagrire, imbruttirsi attraverso il trucco o i costumi. Detesto quei registi che ai provini ti dicono: “Peccato, non sei il tipo che stanno cercando”. Ma cosa ne sanno? La somiglianza fisica non c’entra, il nostro mestiere ha senso se ti emozioni e se dai emozioni, il suo fascino è nel poterti trasformare credibilmente in qualcun altro.

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01 Ottobre 2007

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