‘Jungle Fever’, cinema indigeno al Bolzano Film Festival

Dal 12 al 21 aprile la manifestazione cinematografica giunta alla 37ma edizione: tra i primi titoli in selezione, sezione Focus dedicata al cinema indigeno brasiliano, il cortometraggio diretto da Takumã Kuikuro. Una richiesta d'aiuto che viene direttamente dal Brasile


Il confine è tutto fuorché un limite, questo il presupposto della 37ma edizione del Bolzano Film Festival in apertura da oggi, 12 aprile, fino al 21, e che, a partire dal 2023, la prima di Vincenzo Bugno come direttore artistico, vede nella regione e nei territori circostanti una fonte di ispirazione e terreno fertile da dove partire per aprirsi ad altri mondi, non solo dal punto di vista geografico-culturale ma anche da quello strettamente cinematografico. Le minoranze linguistiche ed etniche da sempre perseguitate e discriminate dalla storia e dal colonialismo, in questa edizione del BFFB37 godono di un più ampio respiro grazie al Focus dedicato al Cinema Indigeno Brasiliano curato congiuntamente da Paulo Roberto de Carvalho, produttore e cofondatore di Autentika Films, dal Direttore Artistico del BFFB, con la collaborazione del produttore e regista Felipe Bragança. Tra le produzioni militanti di autentica resistenza politico-culturale di collettivi locali che presentano le loro opere di decolonizzazione troviamo il cortometraggio A febre de mata (Jungle Fever) diretto dal cineasta indigeno Takumã Kuikuro (ospite del Festival) appartenente al popolo Kuikuro e cresciuto nella riserva indigena di Xingu, nella foresta amazzonica brasiliana. La proiezione è in programma per domenica 14 aprile.

Spesso considerato come troppo lontano da noi, quello proposto da Kuikuro è uno dei temi più urgenti a livello globale e che ci chiede di essere coinvolto nella discussione universale. Nel cortometraggio A febre de mata sono l’ecosistema naturalistico, faunistico e il popolo indigeno a reclamare lo spazio visivo e acustico dell’opera. Kuikuro ci introduce nel quotidiano di un microcosmo selvaggio con le suggestive immagini della foresta. Scorci sulla vita dei piccoli e grandi animali che vivono nella giungla sono accompagnati dai suoni della natura mescolati alle note della musica strumentale tradizionale. Ma quello che sembra uno splendido viaggio alla scoperta delle meraviglie del Brasile si tinge di macabro con le drammatiche testimonianze di una fotografia che parla di morte e devastazione.

“Ci sta parlando, sta provando a dirci qualcosa” queste le parole dello sciamano durante la battuta di pesca, quando un giaguaro si avvicina e brontola spaventato in cerca di aiuto. Proprio in quel momento, la fotografia di un paesaggio incontaminato e che vive la sua pace in un ecosistema cambia traiettoria e ci spiazza con le terre che ardono. I magnifici suoni dell’acqua e delle foglie calpestate dagli insetti vengono spazzati via da un canto simile a un lamento e orde di indigeni iniziano a intonare un motivo propiziatorio mentre fuoco e fumo ingoiano pezzi di giungla. I suoni soavi diventano così un grido, un rumore lamentoso alla ricerca di aiuto. Le immagini di una fauna feconda circondata dalla natura più rigogliosa, vengono accantonate da quelle strazianti delle carcasse di animali avvolte dalle fiamme. Di quel verde etereo non se ne trova più traccia, tutto è stato trasformato in cenere.

Giulia Corsi
12 Aprile 2024

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