Il più prolifico attore di tutti i tempi si dice sia James Hong che ha 94 anni ed è ancora in attività. Con più di 650 crediti cinematografici e televisivi che risalgono ai primi anni ’50, Hong , che abbiamo visto recentemente nel pluripremiato agli Oscar Everything Everywhere all at once, è sicuramente un interprete da record. Ma non è nulla confronto al protagonista di questa nostra storia che conta oltre 1000 film girati ed è senza dubbio l’attore più ingaggiato dalle produzioni del XX secolo.
Tra l’altro anche il modo in cui è entrato nel mondo del cinema è da leggenda. È risaputo che le star di Hollywood (e non solo) a volte possono essere scovate nei posti più improbabili. Marilyn Monroe, per esempio, è stata notata in una fabbrica di munizioni e Haley Joel Osment, il bambino de Il Sesto Senso, è stato scoperto all’Ikea.
Nel 1934, l’ex cowboy Henry Wagstaff Twiford stava camminando attraverso il deserto rugginoso del Mojave quando si imbatté in un pulcino di corvo in un nido abbandonato. Gli fece tenerezza. Volle salvarlo, o lo rubò secondo alcuni, e così lo portò a casa.
Gli diede un nome che non brillava per originalità: Jimmy.
Gli diede affetto e soprattutto uova sode, gusci e latte. Nel corso dei vent’anni successivi, quel corvo fece carriera nel mondo del cinema perché Twiford era un grande addestratore d’animali e fece di Jimmy l’attore volatile perfetto.
Twiford addestrò Jimmy a fare una serie di trucchi, come scrivere a macchina e aprire lettere. Poteva persino guidare una piccola motocicletta. Questi talenti lo resero un vero “attore bestiale”.
Jimmy riusciva a capire diverse centinaia di parole, anche se solo circa 50 erano quelle che il suo addestratore definiva “utili”. Jimmy impiegava una settimana per imparare una nuova parola, due settimane se aveva due sillabe. Twiford dichiarò che Jimmy era in grado di svolgere qualsiasi compito possibile per un bambino di 8 anni e per arrivare a questo risultato ci impiegò circa un anno e mezzo.
Ma chi era questo super addestratore?
Henry Wagstaff Twiford era meglio conosciuto come “Curly” (ricciolino) a causa della sua criniera di capelli arruffati. Curly, tornato ferito dalla prima guerra mondiale, gestiva una stazione di servizio vicino a Hollywood sin dai primi anni venti del secolo scorso. Annoiato quando gli affari andavano male, iniziò ad addestrare il suo cane Squeezit a trasportare pappagallini su un bastone. Una leggenda narra che un dirigente cinematografico si fermò alla stazione di servizio per fare il pieno e, innamorato delle creature, assunse Curly per addestrare uno scoiattolo a fare un’acrobazia.
Meno di dieci anni dopo, Curly era un addestratore di animali molto richiesto, capace di far sdraiare un leone accanto a un bambino, anche se Jimmy il corvo restò sempre il suo prediletto, la sua “creazione” più spettacolare.
Jimmy non solo era in grado di scrivere il proprio nome su una macchina da scrivere, raccogliere fiori, aprire una cerniera, aprire un lucchetto, girare le pagine di una rivista, ma sapeva anche giocare a poker. Probabilmente sapeva fare di più della maggior parte dei bambini di otto anni, visto che era anche in grado di accendere una sigaretta, volare all’indietro e guidare una motocicletta in miniatura.
Twiford comunque era un gran chiacchierone e sapeva come fare “marketing”. Nel 1941 affermò che Jimmy era apparso in 200 film e un anno dopo disse che erano 600. Nel 1950, l’affermazione “1.000 film” fu recepita dalla stampa e da allora è vangelo.
Però su IMDb, Jimmy è accreditato in soli 28 film, anche se, a onor del vero, mancano molte delle sue interpretazioni più conosciute, come Il Falco del nord del 1938 , La torre di Londra del 1939 e Il coraggio di Lassie del 1946.
Qualunque fosse la verità esatta, Curly sapeva chiaramente cosa dire per convincere i giornalisti ad ascoltare. Otto anni prima di affermare di aver trovato Jimmy in un nido abbandonato, aveva raccontato una storia molto meno emozionante su uno stuolo di corvi provenienti da una miniera, prima di decidere di addestrarli. In effetti, la storia delle origini di Jimmy somiglia molto a quella del cane di Curly, Squeezit, che secondo lui aveva trovato “morto di fame” in un edificio abbandonato “con una covata di cuccioli mezzi morti”.
La cosa più straordinaria è che Jimmy ha persino trovato moglie a Curly. Nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, una madre e una figlia entrarono nel vagone ferroviario del binomio mentre erano diretti sul set. Jimmy atterrò sulla spalla della bambina e Curly si scusò prontamente con la mamma, innescando una storia d’amore con la donna che poi sfociò nel matrimonio.
Jimmy fece il suo debutto in una pellicola d’eccezione: L’eterna illusione nel 1938 di Frank Capra. Il corvo aiutava a fabbricare fuochi d’artificio illegali e ogni tanto emetteva un “gracchiare”. Il coprotagonista Jimmy Stewart lo descrisse come “l’attore più intelligente del set”, aggiungendo che “non devono fare tante riprese per lui come per tutti noi”. Forse per questo motivo, Capra divenne un grande fan del corvo e iniziò a offrire a Jimmy un ruolo nella maggior parte dei suoi film, scrivendo persino una parte per lui nella sceneggiatura del classico natalizio del 1946: La vita è meravigliosa.
Il suo ruolo più famoso comunque fu ne Il Mago di Oz del 1939 dove atterra sullo Spaventapasseri di Ray Bolger, gracchia a comando e raccoglie il fieno dal costume di prima di volare via.
Jimmy non si limitava a fare dei trucchi: recitava davvero. L’attore Buddy Mason rimase impressionato dalle abilità dell’uccello, notando che: “Se Jimmy tira fuori una chiave dalla tasca di un cattivo… inclinerà la testa da un lato, mostrando la chiave alla telecamera, e apparendo persino euforico per quello che ha fatto. Gli altri uccelli, disse Mason, non potevano essere paragonati”.
Jimmy era una star che tutti conoscevano e volevano in produzione, pubblicizzato insieme a grandi star del calibro di Judy Garland o Liz Taylor durante l’età d’oro di Hollywood. E come ogni divo che si rispetti aveva i suoi capricci. Durante le riprese di Sposa contro assegno del 1941 con Bette Davis e James Cagney si rifiutò di continuare una scena finché non avesse ottenuto sei pezzi di carne, invece dei suoi soliti tre.
Amava particolarmente inimicarsi i suoi colleghi umani. Il corvo mordicchiava il filo nei calzini di alcuni suoi partner sui set e lo si vedeva regolarmente mentre cercava di rubare cibo dai cestini del pranzo degli operai. Si sapeva anche che Jimmy prendeva in giro i suoi colleghi attori imitandoli. Curly una volta lo definì “un grande egoista”.
Negli anni ’40, gli studios pagavano a Jimmy 500 dollari a settimana per i suoi servizi e Twiford ne prendeva altri 200 dollari. Adeguato all’inflazione, questo compenso settimanale di 700 dollari varrebbe oggi quasi 9.000 dollari.
La Metro-Goldwyn-Mayer fece assicurare Jimmy per $ 10.000. I Lloyd’s di Londra hanno scritto una polizza per coprire il compenso di $ 500 a settimana di Jimmy così come il compenso di $ 200 di Curly Twiford come handler, nel caso in cui Jimmy avesse dimenticato una qualsiasi delle parole di cui avrebbe avuto bisogno sul set.
Ad un certo punto, Jimmy aveva 21 “controfigure “, 15 delle quali erano femmine, che lo sostituivano quando la scena non richiedeva trucchi o movimenti.
Nonostante il suo comportamento a volte scontroso sul set, Jimmy era noto per essere caritatevole in privato. Durante la guerra, il corvo visitava regolarmente i soldati feriti in ospedale e trascorreva un totale di 200 ore intrattenendoli con i suoi trucchi. Nel 1947, la Croce Rossa americana gli conferì una medaglia in riconoscimento dei suoi servizi.
Le sue impronte furono incastonate nel cemento in un grande negozio di animali di Los Angeles, insieme a quelle di Lassie e di altre star degli animali di Hollywood.
Il 5 aprile del 1956, il suo proprietario Curly morì all’età di 60 anni. Non si sa molto di quello che è successo a Jimmy dopo. Il suo ultimo film sembra essere stata la commedia del 1954 Circo a tre piste, in cui ha una conversazione gracchiante con Dean Martin.
Al di là di come sono andate le cose, resta il fatto che questo questo binomio unico ha fatto la storia del cinema ed entrambi continuano a vivere nei classici che vengono guardati regolarmente ancora oggi. È un’eredità innegabile.
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