OSS 117, Alerte rouge en Afrique noire (From Africa With Love), diretto da Nicolas Bedos, sarà proiettato al “Final Screening” del Festival di Cannes il 17 luglio al Grand Théâtre Lumière in occasione della cerimonia di premiazione. Ribattezzando il film di chiusura come “Final Screening”, Cannes 74 intende riprendere la tradizione dell’ultima proiezione, traendo ispirazione da grandi serate di gala passate come la proiezione di E.T. l’Extra-Terrestre (nel vecchio Palais nel 1982) o Thelma e Louise (nel nuovo Palais nel 1991).
Quest’anno il Festival si concluderà con la prima dell’ultimo capitolo delle avventure di Hubert Bonisseur de la Bath, nome in codice OSS 117, interpretato da Jean Dujardin che apparirà sullo schermo insieme a Fatou N’Diaye, Pierre Niney, Natacha Lindinger e il defunto Wladimir Yordanoff. I primi due film della nuova serie – OSS 117: Cairo, Nest of Spies (2006) e OSS 117: Lost in Rio (2009) – sono stati diretti da Michel Hazanavicius. Questo terzo capitolo è ancora scritto da Jean-François Halin e arriverà in Italia a settembre sempre distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.
Consacrati al festival i talenti cresciuti nell’incubatore torinese e premiati 3 film sviluppati dal TFL, laboratorio internazionale del Museo Nazionale del Cinema che dal 2008 ha raccolto 11 milioni di euro di fondi internazionali
E' diventata subito virale la reazione di Nanni Moretti alla mancata vittoria a Cannes per il suo Tre piani. Il regista ha postato su Instagram una sua foto in cui appare 'invecchiato di colpo' con una didascalia scherzosa: "Invecchiare di colpo. Succede. Soprattutto se un tuo film partecipa a un festival. E non vince. E invece vince un altro film, in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac. Invecchi di colpo. Sicuro".
Premiato a Cannes con il Docs-in-Progress Award tra 32 opere internazionali, Cent'anni di Maja Doroteja Prelog, coproduzione che coinvolge anche il cagliaritano Massimo Casula con la sua società di produzione Zena Film
Il giapponese Drive my car di Ryûsuke Hamaguchi ha ottenuto sia il Premio della critica internazionale che quello della giuria ecumenica