Jafar Panahi apre il Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina

Sarà l’anteprima italiana di Taxi Teheran, Orso d’Oro all’ultima Berlinale, ad aprire a Milano il 4 maggio il Festival in programma fino al 10 maggio, con madrina la cantante Malika Ayane


Sarà l’anteprima italiana di Taxi Teheran, il film di Jafar Panahi vincitore dell’Orso d’Oro all’ultima Berlinale, distribuito in Italia dalla neonata ‘Cinema’ di Valerio De Paolis, ad aprire a Milano il 4 maggio il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina (FCAAAL), in programma fino al 10 maggio, con madrina la cantante Malika Ayane, ospite della serata di chiusura.
La giuria ufficiale, che assegnerà il Premio per il Miglior Lungometraggio del Concorso Finestre sul Mondo, sarà presieduta dal regista mauritano Abderrahmane Sissako.
Il Festival prevede la proiezione di circa 60 titoli, tutti sottotitolati in italiano. Queste le sezioni: Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo, con 11 titoli, fiction e documentari; Concorso Cortometraggi Africani; Concorso Extr’A dedicato ai film di registi italiani a confronto con altre culture; Sezione Flash raccoglie i film/evento del Festival; Films that Feed è la sezione dedicata alle tematiche dell’Expo 2015. Leggi il programma.

Tra le anteprime in programma Meurtre à Pacot di Raoul Peck, ambientato a Port au Prince nel dopo-terremoto, e Letters from Al Yarmouk di Rashid Masharawi, un documentario su Mukhayyam Al Yarmouk, campo profughi palestinese non riconosciuto ufficialmente, creato nel 1957 nel quartiere della città di Damasco. El ardor di Pablo Fendrik è un western-action movie interpretato da Gael García Bernal e Alice Braga, che racconta il dramma dei coltivatori di tabacco della foresta argentina. L’indiano The Crow’s Egg di M. Manikandan fra dramma sociale, film per ragazzi e musical in perfetto stile Bollywood, sarà proposto – come El Ardor – nella sezione Films that Feed, legata ai temi di Expo 2015, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
En La Estancia di Carlos Armella, con Alejandro Inarritu come produttore esecutivo, è ambientato in un villaggio minerario di La Estancia dove vivono un vecchio di 93 anni e il figlio Juan Diego e tutti gli altri abitanti sono emigrati in cerca di fortuna. Made in China di Kim Dong-hoo, prodotto e scritto da Kim Ki-duk, tratta del risentimento anticinese dei coreani.

Nella sezione Films That Feed troviamo anche Soul of a Banquet di Wayne Wang, che ricostruisce la storia di Cecilia Chiang, la donna che ha fatto conoscere all’America l’autentica cucina cinese. Nella sezione Extr’A è invece un’anteprima mondiale Asmarina di Alan Maglio e Medhin Paolos, un documentario raccoglie l’eredità delle storie personali e indaga le sfumature dell’identità e della migrazione della comunità eritrea/etiope, presente in Italia da almeno mezzo secolo.
Il festival, grazie alla collaborazione con il neonato Mudec-Museo delle Culture ospiterà la sezione Africa Classics:  6 titoli che hanno segnato la storia del cinema africano restaurati dal World Cinema Project di Martin Scorsese, distribuiti dalla Cineteca di Bologna. Tra i titoli selezionati: dal Senegal Borrom Sarret di Sembène Ousmane e Touki Bouki del visionario Djibril Diop Mambéty; dall’Egitto due film di Shadi Abdel Salam, il corto El -Fallah-El -Fasih e Al Momia; dal Marocco Transes di Ahmed El Maanouni e Come Back Africa di Lionel Rogosin, nel cui cast ritroviamo una giovane Miriam Makeba.

Punto d’incontro per gli ospiti e il pubblico sarà il Festival Center – Casa del Pane (Casello Ovest di Porta Venezia) che aprirà a partire dal 2 maggio, e ospiterà mostre, iniziative, occasioni di intrattenimento e di relax ispirati alle culture di Africa, Asia e America Latina. Un Corner Bar gestito da Sunugal sarà allestito presso la sala degli incontri. 

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