Il regista Ivan Cotroneo torna in tv, con La Compagnia del Cigno. La serie è ideata dallo stesso regista di Un bacio e La ktyptonite nella borsa ed è sceneggiata con Monica Rametta con cui aveva già collaborato per alcuni episodi di Tutti pazzi per amore. Questa prima stagione andrà in onda su Rai Uno dal 7 gennaio, prodotta da Indigo Film e Rai Fiction, in collaborazione con il Comune di Milano, saranno dodici episodi da 50 minuti ciascuno, in onda per sei prime serate ogni lunedì.
Ambientata in buona parte al Conservatorio di Milano, la serie vanta un cast molto variegato, tra cui Alessio Boni, Anna Valle, Carlotta Natoli, Alessandro Roja, Francesca Cavallin, Stefano Dionisi, Claudia Potenza, Angela Baraldi, Barbara Chichiarelli, Susi Laude, Dino Abbrescia, Fabrizio Ferracane, Giovanna Mezzogiorno, Marco Bocci e Rocco Tanica di Elio e Le Storie Tese. Ma insieme ai più noti, l’ossatura del film è composta soprattutto dai sette giovanissimi attori che interpretano gli alunni del Conservatorio. Sono tutti musicisti, selezionati nei diversi Conservatori d’Italia: Fotinì Peluso, Emanuele Misuraca, Leonardo Mazzarotto, Ario Sgroi, Francesco Tozzi, Hildegard De Stefano e Chiara Pia Aurora.
La Compagnia del Cigno, titolo preso in prestito da Giuseppe Verdi, racconta la storia di questi sette ragazzi che frequentano il Conservatorio di Milano. Sono adolescenti, differenti tra loro, pieni di talento ma in una fase della vita in cui devono misurarsi con le difficoltà delle proprie scelte. Matteo arriva da Amatrice, dopo aver assistito alla distruzione della sua casa e della sua città, Sara è ipovedente ed è molto aggressiva, Barbara vuole finire gli studi classici, ognuno di loro porta con sé una ferita. A seguire questo percorso musicale c’è il Maestro Marioni, detto “Il Bastardo” (Alessio Boni), che alla maniera dell’insegnante di musica di Whiplash di Damien Chazelle, mette ogni giorno alla prova i suoi musicisti con sfide impossibili.
“Portare la musica classica in tv ha un valore politico, significa rispolverare un aspetto culturale importante del nostro paese, un po’ trascurato – spiega Cotroneo – Per me era importante mostrare una generazione spesso descritta in modo non corretto. I miei protagonisti, che esistono davvero, non dipendono solo dagli smartphone e coltivano passioni impegnative”.
È anche la prima serie tv ambientata interamente a Milano. Motivo per cui il Comune di Milano ha partecipato alla realizzazione, attraverso permessi e location più agili. Il sindaco Giuseppe Sala spiega così il suo interesse per questa fiction: “Oltre alla bellezza delle location, mi piace che da questa serie tv sia uscita la cultura della nostra città, con i suoi valori ambrosiani. Una città che è avanti da molti punti di vista, sui diritti, sulla qualità della vita, sulla mobilità. Per questo abbiamo appoggiato e ammirato questo racconto che ha cercato di descrivere Milano nella sua essenza, con i suoi pregi e i suoi difetti”.
Quella che esce è la Milano moderna, con scene girate nei nuovi quartieri di City Life e intorno a Piazza Gae Aulenti; senza dimenticare la Milano più classica, elegante e più conosciuta, che si integra anche esteticamente a quella più nuova. La fotografia di Luca Bigazzi, che Milano la conosce bene, segue i movimenti dei protagonisti nel contesto scenografico urbano.
“Amo Milano, la conosco bene – dice Cotroneo – sono stato qui quando lavoravo con Mika, che canta in questa serie e da tempo pensavo di girare qualcosa. È stata una sfida importante e molto affascinante”. Alessio Boni, Maestro Marioni, feroce e provocatore rappresenta un insegnante che sprona per dare un senso alle vite dei protagonisti. Loro lo temono, a volte lo odiano, ma forse alla fine lo ringrazieranno. L’attore parla così del personaggio: “Tutto è partito dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, il luogo in cui il Maestro Giuseppe Verdi non era stato ammesso, ma poi fu onorato alla sua morte da tutti i cittadini. La nostra musica classica gira il mondo e nella nostra televisione non si ascolta mai. Questa è la sfida che mi piace di questa serie. Il mio Maestro non può essere buono, non può assecondare i suoi ragazzi, deve spingerli, provocarli perché raggiungano un risultato. Non è vero che i giovani non hanno capacità di dedizione e questa serie ne è un esempio. E io ho lavorato benissimo con i giovani protagonisti, perché ogni giorno mi insegnavano qualcosa”.
Rocco Tanica di Elio e le Storie Tese interpreta uno dei professori del Conservatorio: “Ho frequentato il Conservatorio negli anni ‘80, lo detestavo, mi sono portato dentro per molti anni un rancore nei confronti di quel tipo di impostazione musicale. Lavorare in questa serie mi ha rappacificato con il Conservatorio, non ci entravo da trent’anni e ho rivisto tutto con altri occhi, Ho capito che la regola rende liberi. Mi ricordo che a quei tempi non si poteva parlare di altro che non fosse musica classica, mentre sentire qui che si può dire liberamente che la musica classica e la musica pop sono un continuum mi ha fatto fare pace con il mio passato”.
L’altro elemento importante di questa serie è la collettività, l’amicizia, la solidarietà, che si crea tra i musicisti per andare avanti tutti insieme, senza isolarsi in un individualismo competitivo. La ìcompagnia del cigno’ sono loro, è il nome del gruppo che creano per sostenersi a vicenda. Continua Ivan Cotroneo: “Questa serie tv racconta che da soli non si è nessuno, che soltanto con la condivisione, la partecipazione e l’amicizia si possono superare le difficoltà e i drammi della vita. che ognuno di noi ha una ferita, un pezzo mancante e che la soluzione ai nostri problemi è spesso nel confronto con gli altri”.
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