Aleksei Guskov, che tutti ricordiamo ne Il concerto di Radu Mihăileanu, fuori concorso al Festival di Roma nel 2009, è tra i protagonisti di un film italiano che, nonostante il titolo, proprio italiano non è. Italian Movies, produzione indipendente diretta da Matteo Pellegrini, al suo esordio, è infatti un divertente patchwork etnico e linguistico, dove un gruppo di immigrati che si occupa delle pulizie di uno studio televisivo, sgraffignata una telecamera, si improvvisa troupe per filmini di matrimoni. Presto l’idea diventa un vero e proprio business parallelo, che li coinvolge tutti, nessuno escluso, e li spinge a osare sempre di più. Guskov, in particolare, è il “produttore” della cricca, ruolo che peraltro gli calza a pennello dato che, nella vita reale, svolge davvero questo mestiere oltre a quello di interprete. Qui, inoltre, recita tutte le sue battute in un italiano correttissimo, nonostante l’evidente accento russo: “Se riuscite a capirmi – dice il simpatico attore – vuol dire che non sono poi così male. Credo che mi abbia aiutato molto la scuola di recitazione, prima de Il Concerto, ad esempio, non avevo mai parlato francese, ma un bravo attore deve riuscire a far passare le parole in secondo piano, quello che conta è ciò che accade nell’anima, è questo che ci permette di viaggiare. Sono molto grato a Pellegrini, questa storia mi è piaciuta immediatamente, gliel’ho comunicato e lui è volato subito a Mosca per incontrarmi. Inizialmente, il mio personaggio era rumeno, ma l’abbiamo cambiato, non avrei mai potuto farlo. Abbiamo uno spirito troppo diverso, diversa cultura, diversa emozione, diversa energia. Noi russi siamo quelli che di solito fanno paura, in Europa non risultiamo granché simpatici, ma vi assicuro che abbiamo un’anima meravigliosa. Matteo è stato bravissimo, sono certo che il prossimo film lo sosterrà il Ministero per i Beni Culturali italiano”.
Proveniente dal mondo della pubblicità e dei videoclip, Pellegrini ha impiegato 15 anni a definire la sua prima opera: “Anch’io come molti ho iniziato con i corti – dice – poi con gli sceneggiatori, Giovanna Mori prima e Paolo Rossi poi, abbiamo deciso di andare avanti ma volevamo fare le cose bene, con calma, sapevamo che era importante allestire un bel prodotto da proporre. Abbiamo scritto per 4 o 5 anni, poi ci siamo resi conto che in Italia era difficilissimo produrre una cosa di questo genere, ci siamo fermati un attimo e abbiamo iniziato a scrivere un’altra storia, sempre d’immigrazione, ma più drammatica, perché è un approccio più convenzionale. E abbiamo scritto per altri 2 anni. Nel frattempo Italian Movies è ‘emigrato’ e ha attecchito, suscitando l’interesse di attori straordinari come Aleksei e Harvey Virdi. Grazie al loro altissimo livello professionali siamo riusciti a stare nel budget, bastavano pochi ciak e tutto pareva perfetto”.
E non dev’essere stato facile gestire una tanto variegata ‘torre di Babele’: “Come diceva prima Aleksei – prosegue Pellegrini – abbiamo fatto degli aggiustamenti, ma niente di così radicale. Avevamo già in mente grosso modo le storie e i gruppi etnici dei vari personaggi, ma poi assieme al cast li abbiamo migliorati. L’esperimento era di raccontare storie vere ma con leggerezza, facendo ridere, emozionare, pensando al pubblico senza retorica. Ci siamo molto confrontati con la realtà multietnica di Torino, dove il film è girato. Molti degli interpreti che compaiono nei film interni al film non sono attori, hanno portato davvero la loro storia e le loro abilità, come i funamboli russi o il mangiatore di fuoco. I ragazzi del casting sono stati bravissimi, è stata una vera ricerca sul territorio”. Nel cast ci sono anche Anita Kravos, Filippo Timi in un’amichevole partecipazione e… Sergio Leone. “E’ un mio collaboratore omonimo del grande regista – chiude Pellegrini – lo utilizzo spessissimo, mi porta fortuna”. Italian Movies era al Festival di Roma, nella sezione Prospettive Italia ed è appena uscito in sala.
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