Il Vangelo secondo Van Dormael

Dio esiste, e vive a Bruxelles sarà nelle sale italiane dal 26 novembre, con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection


Dio esiste, e vive a Bruxelles. E’ la frase d’apertura, che nella versione italiana fa anche da incipit, di Le Tout Nouveau Testament, il film di Jaco Van Dormael che, dopo un passaggio alla Quinzaine di Cannes, è risultato campione di incassi in Francia, Belgio e Svizzera e che sarà nelle sale italiane dal 26 novembre, in 70 copie, con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Quindi, si diceva, vive a Bruxelles. Ha il volto del bravissimo Benoît Poelvoorde e purtroppo non è affatto una brava persona. Trascura sua moglie (Yolande Moreau) e sua figlia (Pili Groyne) – il figlio maschio, Gesù, se ne è andato di casa proprio perché stanco di questa situazione – e spesso arriva anche a picchiarle e spaventarle. E’ un brutale egoista che si diverte a giocare con la sofferenza degli umani, che veicola attraverso il freddo utilizzo di un computer. Inoltre è invidioso dei suoi figli, che invece sono capaci di veri miracoli. Finché un giorno Ea – così si chiama la bambina di Dio – compie il suo atto di ribellione: cancella la memoria del pc di suo padre e fugge sulla terra tramite un passaggio segreto nascosto nella lavatrice, intenzionata a fare meglio del genitore e a cercare degli apostoli per scrivere un testamento nuovo di zecca, in cui siano gli uomini a parlare di sé stessi. Uomini imperfetti, proprio come Dio, che dopotutto deve averli fatti davvero a sua immagine e somiglianza: barboni, derelitti, assassini, maniaci sessuali. Non solo: Ea decide di comunicare a tutti gli esseri umani quanto gli resta da vivere, cambiando drasticamente l’approccio del mondo all’esistenza. Chi festeggia perché ha più di cent’anni davanti, chi viene investito proprio perché distratto dalla rivelazione. Chi si butta dall’aereo senza paracadute per testare la veridicità del messaggio. Chi abbandona la sua vecchia vita, chi continua semplicemente come ha sempre fatto. Catherine Deneuve si concede alla zoofilia, innamorandosi di un gorilla che la cura più di suo marito. Ogni situazione è al contempo ridicola, drammatica, grottesca e paradossale, ma la grande ironia di fondo del regista di Mr. Nobody e Toto le héros riesce a stemperare tutto in una soluzione di estremo equilibrio dove lo spettatore accetta volentieri il patto di sospensione dell’incredulità per lasciarsi trasportare dalle emozioni forti e vibranti.

“Cinema e religione danno alla vita un senso – ha spiegato il regista ad una tv belga – L’idea surrealista che dio esista e che la figlia di dieci anni decida il giorno della morte delle persone, innesca in esse la dinamica di recuperare qualcosa che si è perduto nel passato e ridosso della fine. Il tempo che viviamo è corto, l’ho sempre pensato”.

“Per stare in un film di Jaco – commenta Poelvoorde – avrei accettato anche il ruolo della candela. Ma lui mi ha detto: ‘Farai di più. Darai luce al mondo!” “Non sono credente – dice ancora il regista – ma provengo da un’educazione cattolica, e non posso non notare che le donne in tutte le religioni ricoprono ruoli marginali. Le religioni sono scritte dagli uomini e per gli uomini, quindi abbiamo deciso che era una buona idea pensare anche al lato femminile. E c’è questa Dea interpretata da Yolande Moreau che probabilmente prima governava il mondo, ma poi suo marito, una volta che sono nati i figli, le ha detto: ‘Non ti preoccupare tu occupati della famiglia, al lavoro ci penso io’.

 Dato lo stato di allarme in cui sta versando la città di Bruxelles in questo momento, a causa del terrorismo islamico, e che rende il film in qualche modo profetico, è inevitabile la domanda: “perché proprio Bruxelles?”. “Perché ci vivo – continua Van Dormael –  ed è una città sempre grigia, dove non funziona niente, c’è traffico, eccetera. Tutti, dalla Grecia al Portogallo, sanno che le rotture di balle vengono da lì. Quando abbiamo cominciato a scrivere il film era in corso una battaglia contro i matrimoni omosessuale e mi pareva assurdo che si convincessero dei bambini a sfilare in strada con la croce in mostra. Poi, al momento del montaggio, c’è stato l’attacco a Charlie Hebdo. Non volevamo fare un film provocatorio ma una commedia surreale. Sinceramente penso che sia un film che possa aiutare a portare avanti l’utopia secondo la quale si possa ridere con tutti e di tutto. Dicevamo, ci faranno l’abitudine. Certo però se avessi scritto cose del genere su Allah abitando a Teheran oggi non sarei qui a raccontarlo. Credo però che quello che avviene oggi abbia poco a che fare con la religioni, si tratta di soldi, relazioni di potere, petrolio, e la religione è usata come strumento per convincere dei giovani evidentemente non molto svegli che farsi esplodere è una buona idea. Ha a che fare con la stupidità, non con la religione.

“E’ giusta l’empatia e la partecipazione – aggiunge Poelvoorde – ma a volte si accede anche in questo. I sentimenti più nobili meglio tenerseli per sé, ed esporli solo dopo che si è a lungo pensato e riflettuto, altrimenti il Diavolo ci mette il dito”. 

Nel doppiaggio italiano del film presenti anche le voci del rapper Frankie Hi-NrG (nel ruolo di Gesù) e di Neri Marcorè.

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23 Novembre 2015

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