Il ricordo di Dacia Maraini e Maria Sole Tognazzi

La scrittrice, anche amica personale di Monica Vitti, lavorò con lei al film Teresa la ladra, tratto da un suo libro. La figlia di Ugo Tognazzi: "la tua andata via mi devasta"


“Addio a Monica Vitti, artista dal talento unico e icona del cinema italiano. Ci ha conquistati con il suo timbro inconfondibile, la sua verve e la sua capacità di incantare nelle commedie come nei ruoli più drammatici. Ai suoi cari la mia più sentita vicinanza”, lo scrive sui social la presidente de Senato, Elisabetta Casellati.

“Con la scomparsa di Monica Vitti, l’Italia perde un’attrice di rara versatilità, capace di passare dal cinema d’autore a prove comiche di grande popolarità, sempre con lo stesso talento e la stessa qualità artistica”. Così la presidente Rai Marinella Soldi e l’amministratore delegato Carlo Fuortes. “Protagonista al cinema e in teatro, Monica Vitti ha anche attraversato la storia della Rai, fin dagli esordi della televisione, con la partecipazione ai grandi varietà, per arrivare negli anni ’90 a condurre una edizione di grande successo di Domenica in. Nonostante la prolungata assenza dalle scene, conserva e avrà sempre un posto importante nell’immaginario degli Italiani”.

Il lavoro insieme per il film Teresa la ladra, i viaggi fra i quali quello con Michelangelo Antonioni in Sicilia. Dacia Maraini conosceva bene Monica Vitti. “Era un’amica cara”, dice all’ANSA la scrittrice ricordando i giorni passati con lei. “Ci siamo trovate bene insieme. Quando ho pubblicato il libro Memorie di una ladra, scritto partendo da una mia inchiesta sulle carceri italiane, Monica Vitti lo ha letto e le è piaciuto. Era molto interessata alla storia e mi ha chiesto se poteva fare il film. Abbiamo lavorato insieme alla sceneggiatura io, lei, Age e Scarpelli. Monica è stata bravissima anche a interpretarlo, straordinaria. Lei non era una popolana, ma questa parte della ladra, ignorante, però simpatica, intelligente, l’ha fatta benissimo”, racconta la Maraini. “Avevo conosciuto questa Teresa, parlato con lei per mesi e mesi prima di scrivere il libro. Mi ricordo che quando Monica Vitti mi ha chiesto di fare il film sono andata da Teresa che era analfabeta e le ho detto ‘c’è una notizia bellissima, c’è Monica Vitti che vuole fare un film sulla tua storia, sul libro che abbiamo scritto insieme’ e Teresa mi ha risposto: ‘Monaca chi?’. Non sapeva neanche chi fosse Monica, pensava fosse una monaca. Però era molto simpatica. Abbiamo diviso a metà con Teresa i soldi che ci sono stati dati come acquisto del libro e lei dopo due giorni li aveva già spesi. Diceva: sai una ladra non può tenere soldi in mano. Deve bruciarli. Era una sua idea stranissima”, ricorda la scrittrice Premio Strega e Premio Campiello. “Non mi ricordo mai le date. Penso che con Monica ci siamo conosciute negli anni ’60. Prima di fare il film abbiamo fatto un viaggio insieme ad Antonioni in Sicilia e una vacanza con un amico comune, il musicologo Francesco Agnello. Lei era molto popolare, ma non amava la popolarità. Non poteva camminare per strada che la fermavano. Un po’ si lamentava di questo”. E aggiunge: “Non era soltanto un’attrice chiusa nella sua professione. Monica Vitti era una vera intellettuale, si interessava di tutto, leggeva, viaggiava, si interessava di arte, di letteratura. Era molto intelligente, colta, preparata, aveva una mente aperta. Questo la rendeva molto viva e molto partecipe. Era una donna impegnata nel senso ampio della parola”.

Da molti anni non aveva più potuto incontrarla: “Ad un certo punto è sparita. Si è cercato di vederla, ma non si poteva. Non c’è stato verso, non si poteva neppure parlare con lei. Chiusa, completamente chiusa. Non so fino a che punto fosse la sua volontà o quella di suo marito. Mi è dispiaciuto, ma rimangono i suoi film, poi la vita continua per fortuna. Lei è stata prolifica ha fatto dei film molto belli, ha scelto dei bravi registi. Ci lascia il suo lavoro, la sua capacità straordinaria di interpretare ruoli diversi, da una parte la intellettuale esistenzialista, sofisticata e nevrotica, nei film di Antonioni, e dall’altra la popolana, vivace, povera, ma piena di vita e di risorse. Aveva questa capacità che hanno le grandi attrici di essere contemporaneamente in parti così lontane l’una dall’altra trovandosi veramente a proprio agio”, spiega Maraini che è stata ritratta con Monica e Andy Warhol in una foto del 1973. “Ho un ricordo molto preciso di quando sono andata a una festa a New York e appena sono entrata Andy Warhol era davanti a me e gli hanno detto ‘questa è una scrittrice italiana’ e lui invece di darmi la mano ha fatto una fotografia con la Polaroid. Io sono rimasta un po’ stranita, ma lui faceva così con tutti. Aveva questa abitudine: quando incontrava una persona gli faceva una fotografia. Però non mi ricordo se era quella volta a New York che c’era pure Monica Vitti o se Warhol era venuto un’altra volta a Roma. Mi pare comunque che una volta eravamo a New York insieme a Monica e la foto potrebbe essere stata scattata in quell’occasione” spiega.  

“Ecco la tua andata via mi devasta proprio. Ciao Monica”. Corredata da una bellissima foto in primo piano in bianco e nero che la ritrae la regista Maria Sole Tognazzi figlia del grande Ugo saluta sul suo profilo social la grande attrice Monica Vitti che ha lavorato insieme al padre (L’anatra all’arancia di Luciano Salce, Scusate se è poco e La supertestimone per la regia di Franco Giraldi). Il fratello Ricky Tognazzi, regista e attore, la saluta “buon viaggio Monica. Un grande abbraccio caro Roberto”.  

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02 Febbraio 2022

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