Il futuro di Bolaño, prima volta al cinema

A dieci anni dalla sua scomparsa, lo scrittore cileno fa il suo ingresso sul grande schermo con 'Il futuro, tratto dal libro ‘Un romanzetto Lumpen’, ambientato a Roma e diretto da Alicia Scherson


Mentre da Barcellona è partita per un tour mondiale una mostra a lui dedicata, a dieci anni dalla sua scomparsa, lo scrittore cileno Roberto Bolaño 1977-2003 fa il suo ingresso sul grande schermo con il primo film tratto da uno dei suoi romanzi, ‘Un romanzetto Lumpen’ (Adelphi) ambientato a Roma. Diretto da Alicia Scherson e prima coproduzione Italia/Cile, Il futuro arriva in sala il 19 settembre con Movimento Film dopo essere stato in concorso al Sundance e aver vinto il premio dei critici olandesi a Rotterdam quest’anno.

“Abbiamo acquistato i diritti del libro nel 2006 quando Bolaño non era ancora uno scrittore cult, ma avevo letto quasi tutta la sua narrativa. L’anno successivo gli americani lo scoprivano e traducevano la sua opera. Non mi sono fatta intimorire da questo successo mentre il progetto del film cresceva”, racconta la regista cilena. Nel 2008 infatti Bolaño ha ricevuto postumo il National Book Critics Circle Award per il romanzo ‘2666’, pubblicato dopo la sua morte e che riguarda gli omicidi irrisolti di oltre 300 donne avvenuti in un decennio in Messico.

Il futuro
ha per protagonista un’adolescente Bianca (Manuela Martelli) che, dopo l’improvvisa morte dei genitori emigrati dal Cile a Roma, si vede costretta a badare a se stessa e al fratello minore Tomàs (Luigi Ciardo) senza aver metabolizzato la perdita. I due orfani sopravvivono nell’appartamento dei genitori, alla periferia romana, finché due delinquenti di piccolo calibro (Nicolas Vaporidis, produttore associato del film, e Alessandro Giallocosta), s’insediano nella casa con un piano ben preciso: rubare il denaro che Maciste (Rutger Hauer), un’anziana ex stella del cinema mitologico degli anni ’60, custodisce in cassaforte. A Bianca il compito di prostituirsi perché il piano si realizzi e garantisca un futuro a tutti quanti.

“Sono stata fedele ai personaggi e agli accadimenti del romanzo. La sfida più grossa è stata materializzare l’atmosfera del romanzo che Bolaño crea, senza darne una descrizione precisa con aggettivi. E allora la difficoltà di cogliere questa sensazione e restituirla con le immagini”, spiega la Scherson.
All’inizio la cineasta e il produttore cileno Bruno Bettati avevano pensato al Cile o al Messico come location. Poi l’incontro a Praga con il partner produttivo italiano, Mario Manzarotto, ha portato il film nella città narrata nel libro. “Non conoscevo Roma, per me era un luogo legato al cinema, la Roma di Fellini e Pasolini. Avevo sottolineato tutti i brani del romanzo che parlavano della capitale – racconta la regista – Così, dopo averli visti, ho scelto alcuni luoghi descritti da Bolaño e altri meno centrali, più periferici, che ho scoperto”. Una Roma a volte poco nota a Vaporidis, nonostante alcuni set siano in una zona a lui familiare, i quartieri prossimi a Cinecittà.

E la scelta di Rutger Hauer, leggendario interprete di Blade Runner, tuttora molto ricercato nonostante i prossimi 70 anni? “Il personaggio di Maciste ha caratteristiche ben precise: fisicamente grosso, anziano ma ancora sexy, con l’aura di una star del passato. Abbiamo fatto un casting immaginario grazie a Google e abbiamo scelto lui – risponde l’autrice – Nel giro di una settimana ci siamo sentiti via skype. Per un film indipendente come il nostro Hauer si è rivelato un attore molto creativo e di grande esperienza”.

Il futuro, il giorno prima dell’uscita in sala, avrà un’anteprima il 18 settembre al Maxxi accompagnata da Nicolas Vaporidis e Giorgia Surina che leggeranno alcune pagine del romanzo di Bolaño e il commento del giornalista e saggista Antonio Gnoli.

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16 Settembre 2013

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