“Ho narrato una storia tipica russa, la vicenda della giovane Lola e del suo amore per l’orso Leo somiglia a tanti racconti del folklore del mio paese. Una delle nostre fiabe che preferisco racconta di una bambina e di un orso che diventa principe. Ho voluto raccontare un mito e più che al sogno mi sono affidato al realismo magico”. Il regista Sergei Bodrov per Il bacio dell’orso, favola moderna sul potere dell’amore in Concorso a Venezia, ha goduto di una coproduzione di 5 paesi (Italia/Germania/Spagna/Francia/Svezia).
La sceneggiatura è stata scritta 8 anni fa e la cosceneggiatrice Carolyn Cavallero ricorda di avere vissuto per un certo periodo in un appartamento di Mosca insieme ad amici e a un orso al quale era molto affezionata una tredicenne.
Per i personaggi di questo piccolo circo italiano in giro per l’Europa, Bodrov ha voluto un cast di attori di varie nazionalità, tra cui Silvio Orlando e Maurizio Donadoni, perchè “il circo è formato di solito da persone di vari paesi che cercano di parlare una lingua comune”.
“Non avrei mai pensato di lavorare con un regista russo per di più di Vladivostok – confessa Maurizio Donadoni nei panni del patrigno André – Il film parla della realtà, ma senza farsi invadere dal reale stesso”.
“Sono un direttore di circo burbero, capriccioso che non riesce a far quadrare i conti e se la prende con i suoi compagni di avventura – spiega Silvio Orlando – e ho interpretato questo personaggio dimenticandomi di tutti i direttori di circo visti al cinema”. C’era qualche perplessità iniziale da parte dell’attore napoletano nei confronti di progetti a carattere internazionale che, in quanto rivolti a un mercato mondiale, perdono l’identità, ma questa volta riconosce che grazie al talento di Bodrov “non c’è un’estetica che prevale su un’altra, e il film non è solo russo, o spagnolo, o tedesco. Il tentativo dell’autore è quello di raccontare un pezzo d’Europa”.
Orlando apprezza la cifra stilistica scelta da Bodrov, di cui in passato aveva apprezzato Il prigioniero del Caucaso. Quel realismo magico che nella storia del cinema ha “un percorso nobile a cominciare da Renoir, passando per Zavattini arrivando ai fratelli Coen, tutti registi che evitano di essere schiacciati dal dato cronachistico di partenza”.
A ottobre l’attore comincerà le riprese di Il posto dell’anima, commedia amara e malinconica diretta da Riccardo Milani: “Sarò uno degli operai che di fronte alla minaccia di chiusura della loro fabbrica di pneumatici difendono il posto di lavoro”.
Inoltre Orlando sarà di nuovo a teatro con “Eduardo al Kursaal” per la regia di Armando Pugliese, ” in scena i primi anni della vita artistica del grande De Filippo quando insieme ai suoi fratelli recitava sketch in una sala cinematografica di Napoli, tra un film e un altro”.
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