Hamaguchi: “La natura ci può guarire”

Premio Oscar al miglior film internazionale con Drive My Car, il giapponese Ryusuke Hamaguchi porta in Concorso a Venezia Evil Does Not Exist, un'elegia intimista


VENEZIA – “Non sono nella posizione di poter parlare di questioni ambientali, del resto, non era lo scopo principale del mio film. Quando ho cominciato il progetto, ho pensato alla parte visiva, a un’immagine che andasse bene con la musica di Eiko Ishibashi: la sua partitura non dà risposte chiare, volevo che il movimento della natura la rispecchiasse. Girare un film solo sulla natura pensavo non fosse abbastanza interessante, per questo ho aggiunto i personaggi umani”.

Premio Oscar al miglior film internazionale con Drive My Car, il giapponese Ryusuke Hamaguchi porta in Concorso a Venezia – ed è la sua prima volta nella competizione di questo festival, mentre ha già vinto premi sia a Berlino che a Cannes – Evil Does Not Exist, un’elegia intimista delicata e toccante che trasmette il grande amore per la natura tipico della cultura giapponese, ma offre anche spunti di polemica nei confronti della speculazione e del predominio delle ragioni economiche su quelle spirituali.

Takumi e la figlia Hana vivono nel villaggio di Mizubiki, nei pressi di Tokyo, assecondando i cicli e l’ordine della natura. Nella prima sequenza vediamo lui tagliare la legna e prendere l’acqua alla sorgente con delle taniche. Un giorno, però, vengono a conoscenza di un grosso progetto di una società che arriva dalla metropoli: costruire, vicino alla casa di Takumi, un glamping, ovvero un campeggio di lusso che rischia di avere un impatto negativo sulla rete idrica locale attraverso le acque di scarico dei bagni che potrebbero contaminare la falda. Gli investitori non sembrano avere molto rispetto per la vita degli abitanti locali e il malcontento si diffonde nel villaggio culminando in un’assemblea dove vengono esposte tutte le perplessità e i timori non certo infondati. “In questo film ho avuto la straordinaria opportunità di lavorare nuovamente con la compositrice di Drive my car, Eiko Ishibashi, lei mi ha chiesto di realizzare un filmato per la sua esibizione dal vivo Gift. Ma la cosa si è sviluppata con l’aiuto di Eiko e dei suoi amici anche durante le riprese. Questo modo estremamente libero di fare cinema mi ha dato grande energia. Dopo le riprese, ho sentito di aver catturato le interazioni delle persone nella natura e ho completato il lavoro come un unico film con la sua bellissima musica. Spero che il pubblico avverta la forza vitale di queste figure che si muovono immerse nella natura e nella musica”.

E il regista prosegue: “Non avevo un grande rapporto con la natura finché non ho girato questo film, perché ho sempre vissuto in zone urbanizzate, anche da bambino. Per me la natura sono i parchi urbani, i viali alberati di Tokyo”. Nella prima scena del film c’è una lunga carrellata che inquadra le cime degli alberi dal basso in alto: “A venti anni mi resi conto di come fosse interessante osservarli: è stata la mia epifania nella connessione con la natura, che ci può guarire”.

Altro tema fondamentale del film è quello del dialogo consapevole, che si instaura tra gli abitanti del villaggio e i due emissari della società che vuole costruire il glamping, arrivando a cambiarne il progetto di vita.

In Italia il film sarà distribuito dalla Tucker insieme a Teodora.

di Cristiana Paternò

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04 Settembre 2023

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