‘Gustavo Rol’, Lorenzo Acquaviva: “Nei panni del sensitivo stimato da mio padre”

La docu-fiction di Anselma Dell’Olio sul sensitivo torinese è riuscita nell’impresa di realizzare una media per copia più alta di 'C’è ancora domani' di Paola Cortellesi


Gustavo Rol sembra aver compiuto un nuovo prodigio. Questa volta non prevedendo il futuro o tele-trasportando oggetti da Roma a Torino ma al box office: in soli due giorni di permanenza nelle sale italiane la docu-fiction di Anselma Dell’Olio sul sensitivo torinese è riuscita nell’impresa di realizzare una media per copia più alta di C’è ancora domani di Paola Cortellesi. Ne parliamo con Lorenzo Acquaviva, l’attore che nel documentario interpreta il protagonista Gustavo Rol.

Triestino, 54 anni, formazione con Michael Margiotta dell’Actor Studio’s, Acquaviva è un brillante attore teatrale che ha lavorato molto anche in tv e sul grande schermo in ruoli importanti con registi come Marco Tullio Giordana (Sangue pazzo, Yara).

Prima che Anselma Dell’Olio ti chiamasse per il suo film, conoscevi la figura di Rol?

Sì, lo conoscevo perché mio papà era un suo estimatore. Me ne parlava spesso e mi aveva fatto anche leggere dei libri su di lui. Ogni tanto questa figura ritornava, magari in qualche articolo di giornale. La cosa più curiosa è che qualche mese prima dell’incontro con Anselma Dell’Olio mi ero imbattuto nella pagina Facebook sul Rol. Per cui ho cominciato a rileggere i libri che avevo abbandonato. E poi dopo qualche tempo… eccoci qua.

Sul piano attoriale non deve essere stato facile avvicinare un personaggio misterioso e controverso come Gustavo Rol. Quali sono state le maggiori difficoltà?

Da un lato, ho avuto il vantaggio di non dovermi confrontare con un personaggio di cui tutti avessero già immagine. Dall’altro, chi lo conosce lo conosceva bene. Per cui mi sono un po’ spaventato. Sul piano fisico, sono stato aiutato dagli occhi azzurri simili ai suoi e anche dalla mancanza dei capelli. Su quello psicologico, ho cercato di lavorare sulla semplicità, di essere il meno artefatto possibile perché, i grandi, non dovendo dimostrare nulla, sono sempre semplici.

Come ti sei trovato nel lavoro con Anselma Dell’Olio?

Con Anselma mi sono trovato subito bene. E’ una donna molto diretta, pratica, di quelle che non si perde in fronzoli. Quando ci siamo incontrati è rimasta sorpresa dal fatto che conoscessi Rol. Si è così creato subito un feeling, sia con lei che con il co-sceneggiatore Alessio De Leonardis. Quest’intesa è proseguita sul set.. A lei è piaciuta l’idea di recitare “per sottrazione”.

Non posso non farti la domanda che, con grande onestà intellettuale, la regista stessa si è fatta nel film su Rol: per te è una persona dotata di poteri paranormali o, come lo definisce qualcuno, un semplice illusionista?

La domanda è complicata. Io propendo per i “credenti”. Penso non sia stato un illusionista ma un illuminato dotato di poteri che la scienza non è ancora in grado di spiegare. Del resto, tutte le testimonianze concordano sul fatto che i suoi giochi da prestigiatore o la stesura del colore sui suoi dipinti avveniva senza toccare carte o pennelli. Per non parlare del fenomeno dello spostamento di oggetti…

In quali lavori sei impegnato in questo momento e quali sono i tuoi progetti per il futuro?

E’ un momento fertile della mia carriera. Sto girando con Lunetta Savino la serie tv Libera e l’11 novembre debutterò in scena a Trieste con la storia meravigliosa su Lionello Stock, il fondatore dell’omonima distilleria, un visionario molto simile ad Adriano Olivetti.

Martino Scacciati
09 Novembre 2023

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