Torna dal 24 al 30 luglio presso il Forte Sangallo di Nettuno, il Guerre&Pace FilmFest, evento organizzato dalla Seven Associazione Culturale con la direzione artistica di Stefania Bianchi e la conduzione di Martina Riva, giunto alla sua XXI edizione, a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Tema di questa edizione è “Guerre nel mondo”.
Il 24 luglio il festival apre con In prima linea, documentario di Matteo Balsamo e Francesco Del Grosso che raccontano la front line attraverso l’obiettivo di tredici fotoreporter, che con i loro scatti hanno mostrato l’inferno della guerra. Un viaggio tra passato e presente. La prima linea non è solo il luogo dove si spara e cadono le bombe, ma ovunque si “combatte” quotidianamente per la sopravvivenza. Il film sarà presentato dal co-regista Francesco Del Grosso.
Tra gli altri titoli in cartellone: Donbass di Sergei Loznitsa che nel 2018 ha aperto la sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes e cerca di raccontare le origini del conflitto tra Ucraina e Russia e Red Snake di Caroline Fourest, film sulla guerra in Medio Oriente con un punto di vista femminile. Un modo per sottolineare quanto le guerre contro il terrorismo non siano combattute solo dagli uomini, bensì da chiunque abbia dentro di sé un desiderio di giustizia. Inoltre, sarà presentato The Last Fighter di Alessandro Baccini, che sarà presente alla proiezione. La storia di Mark e Aurora, una coppia che si occupa di aiutare i bambini poveri vittime di guerra in Siria. Aurora è un medico volontario che opera in prima persona in un campo rifugiati, mentre Mark è un avvocato affermato con la passione per le arti marziali, tanto da diventare un campione. Quando scopre che c’è un’organizzazione massonica che organizza combattimenti in cambio di cifre altissime, Mark decide di iscriversi e vincere per poi mandare i soldi in Siria e aiutare l’associazione della fidanzata. Osama di Siddiq Barmak: Kabul, poco tempo fa. Tre donne, una ragazzina di 12 anni, sua madre e sua nonna sono sopravvissute alla repressione delle manifestazioni di proteste organizzate dalle donne afgane all’inizio del regime talebano. L’unico modo per lavorare e procurarsi da vivere è travestire la piccola da maschio e fingere che si chiami Osama, purché i talebani non la scoprano. Darfur di Uwe Boll: sei giornalisti occidentali visitano un piccolo villaggio in Darfur, nel Sudan occidentale, sotto la scorta di una squadra di truppe della missione di pace dell’Unione Africana. Quando vengono a sapere che la brutale milizia chiamata Janjaweed si sta dirigendo verso il villaggio, si trovano a dover prendere una difficilissima decisione: lasciare il Sudan e raccontare delle atrocità al mondo, o rischiare la propria vita e rimanere nella speranza di evitare una carneficina.
Inoltre Macbeth di Alessandro Sena con Stefano Antonucci è un manifesto contro la guerra in corso in Ucraina e contro tutte le guerre.
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