Good Morning, Cinecittà

Sui giornali di oggi la mostra fotografica di Pino Settanni, le due velocità dello spettacolo italiano, il "Minculpop" russo e un'analisi sul boom produttivo italiano e i mancati incassi


L’ITALIA A DUE VELOCITÀ ANCHE NELLO SPETTACOLO
A Rimini si contano 768 spettatori ogni 100 abitanti, a Vibo Valentia 14 ogni 100 abitanti. È la fotografia che emerge   sui dati dell’Annuario Siae sullo spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano scattata da Isicult. Ne riferisce su Il Sole 24 Ore Andrea Biondi che scrive: “I numeri fra Nord e Sud sanciscono il diverso passo. Nelle regioni meridionali vive il 34% della popolazione nazionale, ma gli spettatori sono il 20%. Al Nord il 46% della popolazione vale il 58% di spettatori. L’asimmetria risulta ancora più spaccata sulla spesa: quasi due euro su tre (il 63%) sono spesi al Nord, contro il 20% del Centro e il 17% del Sud. Le percentuali sono simili anche considerando solo il settore spettacolo, senza eventi sportivi. Il rapporto, consultabile sul sito di Siae, è ricco di dati in grado di sviscerare la situazione per regioni e province. L’Emilia-Romagna con 248 spettatori per 100 abitanti, svetta seguita da Veneto (208), Toscana (169), Lombardia (162) e Lazio (160). Al contrario le ultime cinque sono Campania, 86 spettatori ogni 100 abitanti, seguita da Sicilia (78), Basilicata (71), Calabria (41) e Molise (36). Quanto alle province, la distanza fra Rimini e Vibo Valentia è fin troppo eloquente”.

IN RUSSIA VA IN SCENA IL MINCULPOP
Anche il cinema diventa un’arma bellica e La Repubblica, con un articolo di Andrea Romano, riferisce le indicazioni lanciate nei giorni scorsi dalla ministra della Cultura russa Olga Ljubimova che invita i cineasti a sottolineare nei propri film “il ruolo della Russia come forza di pace e la funzione liberatrice svolta dal soldato sovietico; a opporsi ai tentativi di falsificare la storia; a polarizzare l’eroica abnegazione dei nostri soldati nel corso dell’Operazione Militare Speciale e il sostegno compatto di tutta la popolazione verso le Forze Armate; a denunciare la politica neocoloniale del mondo anglosassone, il degrado morale dell’Europa, la necessità di un mondo multipolare. La Russia di oggi è uno stato moderno, stabile, sicuro, che offre ampie possibilità per la realizzazione e lo sviluppo della persona”. Insomma nell’articolo si fa notare che per il cinema russo si annuncia una stretta repressiva favorita dal passaggio di fatto allo Stato delle decisioni fondamentali sui finanziamenti e sui contenuti delle produzioni cinematografiche, che pure negli anni scorsi avevano conosciuto una stagione di grande fioritura e relativa libertà espressiva.

LA LUCE INTERIORE NELLE FOTO DI PINO SETTANNI
Viene presentato oggi alla Casa del Cinema di Roma, il volume Pino Settanni. Il sogno infinito. Una biografia di Lorella Di Biase e Monique Gregory Settanni edito da Archivio Luce Cinecittà e Marsilio Arte (248 pagine, 28 euro) con testimonianze, fra gli altri, di Pupi Avati e Carlo Verdone. Ne dà notizia Valeria Arnaldi su Il Messaggero, ricordando come Settanni, scomparso nel 2010, si sia spesso dedicato al cinema e abbia realizzato celebri ritratti di Monicelli, Manfredi, Mastroianni utilizzando spesso una sciarpa rossa che gli era stata regalata da Renato Guttuso. “Il fondo Settanni – ricorda nell’articolo Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà – è di quasi settantamila scatti ed è l’ultima acquisizione di quest’anno dell’Archivio Luce. Presto faremo una mostra e la collana editoriale proseguirà con un libro ogni anno”.

AIUTARE LE SALE NON SOLO I SET
Sule pagine romane de La Repubblica, Marco Ruffolo ricorda il boom della produzione audiovisiva nella Capitale e nel Lazio, favorita dagli interventi della Regione Lazio. Ma “tutto questo – nota il giornalista – diventa apparentemente paradossale quando si entra in una sala cinematografica e ci si accorge che è quasi sempre vuota. Il confronto degli incassi fra l’ottobre di quest’anno e lo stesso mese delle annate pre-Covid indica un crollo del 41% rispetto al 2018 e del 54 sul 2019. Anche rispetto al 2021 il segno è negativo: -16%. È evidente come le crescenti produzioni trovino il loro sbocco distributivo sempre più sulle piattaforme e sempre meno nelle sale, dove sono usciti meno della metà dei film prodotti nel 2021. È chiaro che il dovuto rilancio di queste ultime passa per un miglioramento della qualità dell’accoglienza e dei servizi. I primi esempi positivi vengono dalla riapertura del cinema Barberini (con sei sale di lusso, un ristorante e notevoli adeguamenti tecnologici) dalla trasformazione del Fiamma e dal rilancio del cinema Troisi. Ci auguriamo che questi casi si moltiplichino e che su di essi si torni ad investire, magari con agevolazioni simili a quelle che stanno decretando il boom delle produzioni”.

05 Dicembre 2022

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