GLI ITALIANI IN CONCORSO


Daniele Pignatelli “Ho voluto criticare la Carta dei diritti dell’uomo”, racconta Daniele Pignatelli, vincitore con Terzo° e Mondo del premio per il miglior film italiano a Capalbio Cinema. Con quella targhetta di metallo appesa al collo il personaggio Mondo ottiene tutto ciò che vuole. Il suo compagno di casa, Terzo, di quella targhetta non conosce l’esistenza né tanto meno il significato. La vittoria porta Terzo° e Mondo in sala grazie alla Bim distribuzione. Il corto era già andato a Cannes ottenendo il premio Kodak ma, parola di Pignatelli “il riconoscimento ottenuto qui a Capalbio è il più importante. Ora il mio corto va in sala”.
Quest’anno la qualità delle pellicole nostrane si è rivelata decisamente più alta rispetto alle scorse edizioni. Oltre al corto vincitore nel concorso internazionale hanno figurato altri cinque italiani: Figlio di penna del ventitreenne Francesco Amato; L’ultimo rimasto in piedi di Ugo Capolupo, che ha ottenuto il premio Fice, la distribuzione nel circuito di sale d’essai; Due e mezzo compreso il viaggio coodiretto da Samad Zarmandili e Arrigo Benedetti; Un paio di occhiali di Carlo Damasco e Anche il sole tramonta di Eric Alexander. Anche il corto di Amato, finanziato per un quota di 35mila € dal Dipartimento dello spettacolo, è passato a Cannes.
Due e mezzo compreso il viaggio Prodotto dalla bolognese Cometa Film, Figlio di penna attraverso un caso di adozione a distanza ritrae in modo surreale e divertente il rapporto tra Nord e Sud del mondo. Tra questa due realtà corre il fragile filo di una corrispondenza per lettera. La sceneggiatura, che parlava di un adottato brasiliano, ha poi riguardato un ragazzo bosniaco. “La mia Sarayevo, per ovvie ragioni di costi, è ambientata nei parcheggi dei supermercati di Bologna”, racconta Amato.
Ancora uno sguardo sociale con L’ultimo rimasto in piedi. Il corto è passato lo scorso anno sulla piazza di Clermont-Ferrand e poi con successo al Museum of Modern Art di New York. Protagonista è Giovanni, un ex-dipendente dell’Italsider di Bagnoli. “La realtà delle dismissioni industriali ha un valore universale perché riguarda diversi paesi. La distruzione di un’area industriale provoca sempre un collasso. Parto dalla crisi economica delle persone che vivono attorno alla fabbrica, senza perdere di vista ciò che di buono ha portato la fabbrica come esperienza collettiva”, dichiara Ugo Capolupo. Il regista viene dalla scuola napoletana di Mario Martone. Per lui ha lavorato più volte come assistente e aiuto alla regia.
Satira sul mondo dei doppiatori è invece Anche il sole tramonta di Eric Alexander con Ottavia Piccolo, mentre Due e mezzo compreso il viaggio di Samad Zarmandili e Arrigo Benedetti racconta la morte con accenti da humour nero. “Hai mai sentito la puzza di morto?” chiede con insistenza uno dei protagonisti. Dall’altra parte del filo la voce off del cadavere, mentre la bara affonda nel lago di Anguillara. Il cortometraggio è stato già comprato da Telepiù. In ultimo Un paio di occhiali di Carlo Damasco. Il corto, che ha goduto di una piccola distribuzione grazie alla Bananafish, racconta i diversi approcci alla realtà attraverso la metafora degli occhiali.

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08 Luglio 2002

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