Giovanna Mezzogiorno


Giovanna MezzogiornoNell’Ultimo bacio di Gabriele Muccino è Giulia. Una donna, incinta di pochi mesi, costretta a subire il tradimento del suo uomo. La sua reazione è istintiva e rabbiosa. Ma, alla fine, sarà disposta a perdonare.
Sempre nei panni di una giovane madre la vedremo anche nel suo prossimo lavoro. A partire dal prossimo 26 marzo inizierà infatti le riprese di State zitti per favore, diretta da Livia Gianpalmo.
Prima però volerà al Festival di Berlino, tra le interpreti di Tutta la conoscenza del mondo, il film diretto da Eros Puglielli presente alla vetrina del Forum.

Un traguardo importante per la sua carriera?
Davvero un successo, se si considera che si tratta di un’opera prima. Sono doppiamente contenta di esserci. Per il coraggio dimostrato dalla produzione e per sostenere un giovane regista che stimo.

Nel film di Puglielli interpreta una studentessa innamorata del suo professore. Un modello neoromantico ancora credibile?
Perché no? Non si tratta poi di una romantica donna ottocentesca, piuttosto mi piace chiamarla un’idealista razionale.

Quanto diversa dalla Giulia di Muccino?
Sono diverse tra loro e molto distanti da me. Entrambe interessanti proprio perché muovono corde di recitazione diverse.

Ne “L’ultimo bacio” molte scene sono rette proprio dalla sua credibilità d’attrice…
Giovanna Mezzogiorno La ringrazio, ma ho solo seguito la sceneggiatura. Anche se, devo ammettere, alcune sequenze tra Stefano Accorsi e me, quelle più intense e conflittuali, durano oltre i tre minuti! Le ho girate tutte d’un fiato

A proposito di Accorsi, nessuna immedesimazione nel ruolo?
Ci mancherebbe. A parte gli scherzi. E’ vero che oltre la scena dividiamo la vita e che l’argomento lavoro è spesso al centro dei nostri discorsi, ma tra di noi riusciamo a essere più sinceri di Carlo e Giulia nel film di Muccino. Siamo una coppia meno di facciata.

L’operazione corale tentata ne “L’ultimo bacio” sottolinea una crescita diversa del vissuto maschile e femminile. Crede sia davvero così?
Nella vita le donne, in genere, si pongono più domande dei coetanei. E questo spesso si traduce con l’assunzione di maggiori responsabilità.

In veste diversa, ma lei e Accorsi quest’anno siete insieme anche a Berlino. Il vostro sembra un legame davvero proficuo…
Direi di sì. Sarà che ci siamo conosciuti lavorando, Stefano ed io, ma continuiamo a sentirci doppiamente motivati. La professione evidentemente ci aiuta.

autore
30 Gennaio 2001

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