Giovanna Mezzogiorno


Appena approdata a Cannes è andata a Cinecittà. Allo spazio allestito a ridosso del Palais, condiviso da Cinecittà Holding e l’Agenzia Italia cinema.
Perché le incursioni sulla Croisette non sono esclusiva di produttori eccentrici come Luc Besson. Al contrario. La vetrina del Festival più importante d’Europa è un trampolino di lancio per la promozione di ogni prodotto. Soprattutto quando è condiviso da più partner internazionali.
Come nel caso di Aphrodite – The Taste of Love, annunciato oggi presso lo stand Cinecittà a Cannes. Il nuovo film che Giovanna Mezzogiorno inizierà a girare dal prossimo 27 agosto tra Argentina, Spagna e Svizzera. Una coproduzione, diretta da Fernando E. Solanas, liberamente ispirata al romanzo Aphrodite, Stories, Recipes and other Aphrodisiacs e alla vita della scrittrice cilena Isabel Allende.
Il progetto sarà realizzato grazie alla sinergia di ben quattro società europee – la Film3 per l’Italia, l’Astrolabio Producciones per la Spagna, la Leo&Cie per la Francia e la svizzera Thelma Film – a cui si aggiunge l’argentina Cinesur dello stesso Solanas.
Giovanna è Paola, figlia prematuramente scomparsa di Allende, interpretata da Cecilia Roth. La nota attrice spagnola Marisa Paredes, musa di Almodovar, sarà invece impegnata nel ruolo della madre della scrittice cilena. Nel cast, inoltre, Stephen Rea e la brasiliana Angela Correa.

Che effetto fa essere tra le protagoniste di una produzione internazionale?
Lo considero davvero un onore. E non è una frase di rito. Perché non è solo la storia a farmi venire i brividi! Accanto a colleghi di un certo calibro credo di dover mettere alla prova tutto il mio talento.

Sarà il caso di non chiamarti più attrice emergente?
Noi attori siamo cantastorie. Meglio lo facciamo più il pubblico le apprezza. Cinematograficamente parlando alcune soddisfazioni me le sono tolte. Ma non esageriamo. Diciamo che è un periodo fortunato.

Quanti progetti hai in cantiere?
Oltre a girare il film di Fernando E. Solanas, tra poco inizio anche quello diretto da Livia Giampalmo (State zitti per favore, ndr), più volte annunciato. Sembra che questa sia la volta buona. E in autunno dovrebbe uscire il film che ho appena finito: Malafemmina di Fabio Conversi, prodotto da Gioia Scola, per la Medusa. Un’altra storia di donne, ambientata in un carcere femminile.

Con ”L’ultimo bacio” di Muccino hai misurato in prima persona la felice stagione del cinema italiano?
Ne ho respirato l’aria. Soprattutto, ritrovando il consenso del pubblico, il nostro cinema ha acquisito maggiore stima in se stesso.

autore
16 Maggio 2001

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