Giocatori incalliti tra slot machine e roulette

'Vivere una dipendenza come quella dal gioco è una tragedia, raccontarla con il sorriso a mezza bocca non guasta. E' un modo per attirare l'attenzione su un problema sociale" dice il regista Briguglio


Tanti aspetti della dipendenza dal gioco d’azzardo si intrecciano in Una nobile causa di Emilio Briguglio, commedia con un risvolto giallo prodotta da Rebecca e Tarcisio Basso, in sala dal 24 maggio con con Moovioole, Running Tv e Movieday. Il film, ambientato nel nord-est, racconta la vicenda parallela di Gloria (Francesca Reggiani), una madre di famiglia giocatrice incallita, reduce da una folgorante vittoria di un milione di euro alle slot machine, e della sua famiglia, terrorizzata che sperperi il bottino miracolosamente vinto; e Alvise Fantin (Giorgio Careccia), marchese che si è già giocato quasi tutta la sua fortuna fra roulette e tavolo verde, piccolo truffatore, condannato a risarcire con il proprio lavoro due delle sue vittime, padre e figlia. Dopo essersi perdutamente innamorato della giovane Tania, Alvise pare redimersi, ma non tutto è come sembra.
A raccordo di entrambi la saggia figura del dottor Aloisi (Antonio Catania), psicologo specializzato nella cura del gioco di azzardo a cui Gloria e la sua famiglia si affidano per un percorso di terapia. In un escalation di colpi di scena, un fattore mette in comune tutti i protagonisti della vicenda e diventa fondamentale strumento di comicità: l’intelligenza perversa ed acuta, la furbizia di chi, in nome di un’ossessione quale quella del gioco, si condanna alla piccola e alla grande truffa per poter alimentare la propria malattia.
Fanno parte del cast anche Roberto Citran, Massimo Bonetti, e Simona Marchini.

‘Vivere una dipendenza come quella dal gioco è una tragedia, raccontarla con il sorriso a mezza bocca non guasta – dice il regista Briguglio -. E’ un modo per attirare l’attenzione su quello che ormai è diventato un problema sociale, aumentato dalla crisi”.
”Dipendere dal gioco è una malattia – sottolinea Roberto Citran – in cui cade chi è alla ricerca della soluzione facile, di quella svolta che si spera possa arrivare da un momento all’altro”. E tra quelli che ci guadagnano ”c’è anche lo Stato – ricorda Catania -. Non si rinuncia a quelle percentuali nonostante sia diventato un problema di dimensioni importantissime. Per quanto se ne parli è una piaga che viene tenuta sotto traccia, non ci si impegna a trovare le soluzioni”.

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