Gino Strada: il doc su Emergency ci farà conoscere fuori Italia

“Speriamo che si veda fuori dell’Italia dove Emergency è meno conosciuta", il fondatore della ONG è contento del documentario Beyond the Beach: The Hell and the Hope, presentato nella sezione Sconfini


VENEZIA. “Speriamo che questo documentario si veda fuori dell’Italia dove Emergency è meno conosciuta, nonostante il suo impatto nel mondo dovrebbe parlare da solo: oltre 10 milioni di persone curate in 25 anni, dall’Afghanistan alla Sierra Leone”. Gino Strada, fondatore della ONG nel 1994, è contento del messaggio forte e attuale sulla guerra e sulle sue conseguenze raccontato Beyond the Beach: The Hell and the Hope, debutto alla regia del produttore inglese Graeme A. Scott e del direttore della fotografia americano Buddy Squires.

Il documentario, presentato nella sezione Sconfini, è “uno spaccato del lavoro che Emergency in 25 anni tra le tante attività ha svolto. I registi in totale autonomia hanno scelto le situazioni da documentare, non c’è stato nessun accordo, hanno scelto loro dove andare, tra l’altro in una Kabul che viveva bombe, attacchi suicidi, sparatorie. Una guerra che in Afghanistan va avanti nel silenzio generale da parecchi anni”.

Beyond the Beach: The Hell and the Hope getta uno sguardo sulla vita di medici, infermieri e volontari che hanno rinunciato alla normale vita quotidiana per lavorare in zone di guerra con l’ONG italiana per garantire cure mediche alle vittime della guerra e della povertà. Ricevere cure di elevata qualità è un diritto umano universale, indipendentemente dal luogo di nascita, dalle opinioni o dallo status socioeconomico di ciascuno. Nel film dal trattamento delle ferite di guerra a Kabul alla lenta routine dei campi profughi in Iraq fino al lavoro sulle imbarcazioni di salvataggio al largo delle coste libiche, i membri dello staff di Emergency raccontano come non riescano a rimanere a casa con le mani in mano, sapendo che invece è possibile “fare qualcosa” per queste situazioni. Assistiamo alle loro risate, alle loro lacrime e, talvolta, anche alla frustrazione di fare quello che pochissime persone sono abbastanza coraggiose da fare; scopriamo le difficoltà e lo stress emotivo che devono affrontare per portare a termine le loro missioni senza mai perdere la speranza.

“Crediamo che alcune storie debbano essere raccontate e questa è una di quelle. Come registi e come persone, vogliamo mettere in luce Emergency, promuovere l’esempio di medici e infermieri impegnati in tutto il mondo e, allo stesso tempo, sensibilizzare un pubblico internazionale per accrescere il sostegno all’organizzazione – affermano gli autori del documentario – Un terzo del ricavato del film sarà devoluto direttamente a Emergency. Crediamo che il modo migliore per raggiungere il nostro obiettivo sia quello di aver realizzato una pellicola più coinvolgente possibile e aver dato voce alle persone che lavorano instancabilmente ogni giorno al di là di ogni aspettativa, facendo la differenza”.

Non c’è ancora un programma di proiezioni. Per Gino Strada è importante che lo vedono i giovani perché questo sarà il loro mondo. “Chiederemo ai produttori, perché il film non è nostro, di mostrarlo nelle scuole perché gli studenti vengano informati della nostra attività. Potrebbe essere una buona idea inserirlo nelle attività didattiche sul cinema e l’alfabetizzazione audiovisiva che il MiBAC ha previsto con la Legge Cinema”.

In chiusura il fondatore della ONG è abbastanza ottimista sulla solidarietà e l’antirazzismo presenti nel nostro paese. “Ho 70 anni, non ricordo in Italia un periodo difficile come l’attuale caratterizzato da odio sociale, disprezzo per l’altro, l’immigrato, il povero. Nonostante i sondaggi non credo però che l’Italia vada dietro Salvini, non dimentichiamo che è un periodo di fakenews”.

03 Settembre 2019

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