Giffoni guarda i drammi con umorismo


GIFFONI VALLE PIANA – In una selezione di film tutti molto impegnativi ed emozionanti, che hanno affrontato tematiche dure come la povertà, l’esclusione sociale, la Shoah, l’abbandono, la criminalità minorile, l’assenza della figura paterna, i ragazzi di +13 hanno preferito la dolcezza e l’umorismo di un film come Oscar and the lady in pink vincitore appunto della 40° edizione del Giffoni Film Festival per la sezione dei ragazzi di età compresa fra i 13 e i 15 anni. Oscar and the lady in pink, film franco-belga, diretto da Eric-Emmanuel Schmitt affronta uno di quei temi tabù in Italia quando si parla di film per ragazzi e cioè la malattia irreversibile che prelude alla morte del protagonista. I genitori di Oscar, il bambino di 10 anni protagonista della storia, non vogliono rivelare al piccolo la verità sulla sua malattia e vivono con lui un rapporto che è intriso di dolore, tristezza, sguardi fugaci, lacrime, bugie: comportamenti che non lo aiutano a sopportare meglio quel che gli resta da vivere. A offrirgli uno sguardo nuovo sulla vita e sulla morte sarà Rose, una scontrosa signora vestita di rosa, titolare di una pizzeria ambulante, che con umorismo e delicatezza dirà la verità al bambino e lo aiuterà a comunicare il suo dolore, le sue preoccupazioni, il suo primo amore, le sue gioie. Rose sarà una fantastica accompagnatrice per Oscar verso la sua fine, grazie anche al gioco inventato dalla donna, in base al quale ogni giorno della vita di Oscar corrisponde a 10 anni, per cui il bambino muore convinto di essere molto, molto vecchio talmente vecchio da poter lasciare in pace questo mondo.

Blessed è invece il film vincitore della sezione +16, in cui abbiamo visto film tutti di ottimo livello, provenienti da culture diverse, che hanno fornito ai ragazzi una buona opportunità di sguardi mai banali soprattutto sul tema delle relazioni tra figli e genitori. Blessed di Ana Kokkinos, regista australiana, racconta cinque storie di persone diverse in luoghi diversi che troveranno alla fine il modo per incontrarsi nello stesso istante e nello stesso luogo. Diviso in due capitoli, i figli e le madri, il film offre l’opportunità di mostrarci gli stessi eventi da due punti di vista differenti. Figli che delinquono perché non si sentono “guardati” dalle proprie madri; figli che scappano di casa e preferiscono dormire nei bidoni dei vestiti usati piuttosto che rimanere a casa vittime delle violenze dei compagni delle madri; figli affidati e adottati che non hanno mai dimenticato il volto della propria madre; figlie disposte a rubare pur di provare emozioni forti in una vita scialba in cui devono vedersela con madri noiose e distratte; figli disposti a vendere il proprio corpo pur di trovare una propria realizzazione. La seconda parte, come in uno specchio rivelatore, ci mostra madri desiderose di essere amate dai propri compagni e mariti, stressate dal lavoro e dai pochi soldi, incapaci di esprimere amore verso i propri figli ma disposte a tutto pur di riprendersi il loro amore. Storie unite da un evento naturale e portatore di speranza: l’alba, che illumina i volti dei protagonisti nonostante il buio dei loro pensieri.

Sul fronte dei cortometraggi a vincere sono gli italiani Adriano Giannini con Il gioco (sezione +13) e Davide Del Degan con Habibi (sezione + 16) già passati in numerosi altri festival e vincitori di altrettanti premi. Il primo è ambientato in Sicilia, nel luglio del 1943 e racconta di un gioco misterioso che un gruppo di bambini fanno su una spiaggia assolata, in attesa di qualcuno, in attesa che succeda qualcosa.
Habibi invece è la storia di due bambini, che come tutti quelli della loro età amano giocare, nascondersi, esplorare luoghi sconosciuti. Ma in Habibi ci troviamo in Libano, dove giocare può significare imbattersi in armi e in mine disseminate in luoghi impensabili.

02 Agosto 2010

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