Garrone: “Ma perché la storia della tangente esce fuori solo ora?”

Matteo Garrone è stato sentito il 14 maggio come teste dai magistrati che indagano, tra le altre cose, sulla tangente da 20mila euro che, secondo quanto sostenuto dal pentito Oreste Spagnuolo, sarebbe stata imposta dal clan dei Casalesi per “autorizzare” la troupe cinematografica a girare alcune scene di Gomorra nella zona di Castel Volturno. Episodio riferito fugacemente da Spagnuolo all’inizio della sua collaborazione con la giustizia e poi meglio dettagliato nel libro-intervista curato dalla giornalista Daniela De Crescenzo intitolato “Confessioni di un killer”, ma sempre negato da Garrone. Il fatto si sarebbe verificato cinque anni or sono, durante la realizzazione di Gomorra, alla vigilia della stagione del terrore scatenata dal clan. Il regista, in partenza per il Festival di Cannes, dove è in concorso con Reality, ha detto al cronista di Repubblica.it: “Io non c’entro nulla, assolutamente nulla con i movimenti di denaro. Un regista pensa all’opera che deve girare. Pensa a quello che deve diventare film, non si occupa del resto. Di tutto il resto si occupa la produzione”. Quindi è sbottato: “Ma vi siete chiesti perché questa storia, che sta lì almeno da tre o quattro mesi, viene tirata fuori adesso? Perché proprio ora che ho un film da portare a Cannes?”.