Il Bolzano Film Festival Bozen torna con la sua 35esima edizione, che si svolgerà dal 5 al 10 aprile in diverse locations di Bolzano (Filmclub, Centro Trevi, Rainerum) e inoltre nelle sale cinematografiche di Merano Bressanone e Caldaro. “Dopo due anni difficili, – dichiara la direttrice Helene Christanell – quest’anno riusciamo a garantire un’edizione del festival in presenza, con molti ospiti ad accompagnare i loro film e ai talks e, vista la positiva reazione al programma online dello scorso anno, abbiamo deciso di offrire anche un programma online di alcuni dei nostri film, che partirà a fine festival”.
Il direttore artistico del festival, Martin Kaufmann aggiunge “Il programma è caratterizzato da molte opere di giovani regist*, con un occhio attento alla loro quotidianità, spesso presentata sullo schermo in modo molto originale. I lungometraggi in concorso hanno un focus sulla famiglia, sul ruolo di essere madre; i documentari quest’anno invece sono concentrati su uno sguardo politico su emergenze umanitarie e giornalismo d’inchiesta”.
Il Premio della Provincia di Bolzano al miglior film in concorso verrà assegnato da una giuria composta dall’attrice Eleonora Daniel, la sceneggiatrice Claudia Landsberger ed il regista Corrado Ravazzini.
In concorso i seguenti otto lungometraggi: la regista italiana Giorgia Cecere torna dopo 11 anni a Bolzano con Sulla Giostra, una commedia al femminile sull’accettazione del proprio destino e di quella “giostra” chiamata vita. Atlas di Niccolò Castelli, che racconta dellalunga e dolorosa lotta di Allegra, sopravvissuta a un attentato terroristico che è costato la vita a tre suoi amici. l fattore umano Idel bolzanino Ronny Trocker storia di una famiglia europea modello, messa in crisi da una misteriosa effrazione in casa. Donato Rotunno firma Io sto bene, storia dell’amicizia tra un anziano italiano emigrato in Lussemburgo negli ani Sessanta e una giovane ragazza che lì tenta di affermarsi come musicista ai giorni nostri. Ivie wie Ivie di Sarah Blaßkiewitz storia di una ragazza tedesca di origine senegalese, tra integrazione, ma anche razzismo, ambientata nella Germania dei nostri giorni. Märzengrund di Adrian Goiginger, documentario incentrato su un diciottenne di una valle austriaca, in rotta con la società, che preferirà un ritiro in solitudine, a contatto solo con la natura. Della difficoltà del rapporto madre/figlio parla Mein Sohn, della regista Lena Stahl, che racconta come crescere non sia mai facile. Dalla Svizzera tedesca arriva al festival il film di Peter Luisi Prinzessin, storia della profonda amicizia che lega uno zio e la nipote nel corso di tutta una vita.
A valutare il migliore tra gli otto documentari in concorso sarà la giuria composta dal giornalista tedesco Moritz Holfelder, dal docente, autore e curatore di festival Sven Ilgner e dalla regista italiana Michela Occhipinti.
Tre registi italiani Pietro Marcello, Alice Rohrwacher e Francesco Munzi firmano il doc distribuito da Luce Cinecittà Futura, viaggio nell’Italia degli adolescenti tra i 15 e i 20 anni, che ne racconta aspettative, sogni, difficoltà e prospettive. Yuri Ancarani è in concorso con Atlantide, coproduzione internazionale sui giovani della laguna di Venezia e la loro “religione” dei barchini. Dall’Austria arriva Eva-Maria, di Lukas Ladner, ritratto diuna giovane donna che desidera fortemente diventare madre, nonostante la paralisi cerebrale che la costringe sulla sedia a rotelle. Il tedesco Daniel Andreas Sager, con Hinter den Schlagzeilen (Dietro i titoli di prima pagina), ci mostra il più grande quotidiano tedesco che per la prima volta apre le porte del suo dipartimento investigativo di fama mondiale. La coppia di registi lituano/italiani Virginija Vareikyte e Maximilien Dejoie firma I’ll stand by you, storia di due donne, una psicologa e una poliziotta, che iniziano una missione per diminuire il numero di suicidi in una cittadina in Lituania. La svizzera Marina Belobrovaja porta al festival Menschenskind! racconto su cosa significa mettere al mondo un bambino.a.x in una società che sembra impermeabile al cambiamento per quanto riguarda il concetto di “famiglia”. Soldat Ahmet del regista austriaco Jannis Lenz entra nella vita di un uomo turco prossimo ai trent’anni, medico professionista nell’esercito austriaco e campione di boxe, che riscopre e persegue la sua passione per la recitazione. La regista Manuela Federl porta al festival The Game. Spiel zwischen Leben und Tod, testimonianza del pericoloso gioco tra la vita e la morte che si svolge ogni giorno sulla rotta balcanica, al confine tra Bosna e Croazia, dove migliaia di migranti cercano di varcare illegalmente il confine.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis