Fuori concorso Imelda Marcos e Jean Seberg

A Venezia 76 i due biopic basati sulla ex First Lady filippina e sulla protagonista di 'A bout de souffle', che finì nel mirino del programma di sorveglianza illegale dell’FBI


VENEZIA – Fuori concorso ci sono due film biografici, basati su personaggi iconici. Il primo è The Kingmaker di Lauren Greenfield. Incentrato sull’indomita personalità di Imelda Marcos, il film esplora con uno sguardo senza precedenti l’improbabile ritorno al potere della famiglia Marcos nelle Filippine. Il film indaga l’inquietante retaggio del regime di Marcos e documenta le pressioni esercitate da Imelda nel tentativo di far ottenere la vicepresidenza al figlio Bongbong. Per raggiungere il suo scopo, Imelda riscrive disinvoltamente la storia di corruzione della sua famiglia sostituendola con la narrazione dell’amore stravagante di una matriarca per il proprio Paese. “Ex First Lady delle Filippine, celebre per la sua mania per gli eccessi, Imelda Marcos è stata una figura iconica nel corso della mia lunga esplorazione fotografica e filmica dell’opulenza – spiega la regista – Sbalordita dal fatto che fosse riuscita a fare ritorno sulla scena politica locale dopo essere stata deposta in seguito a una rivolta popolare, ho iniziato a filmarla e ho scoperto che, a ottantacinque anni, era ancora un abile ‘animale politico’, come la descrive il figlio Bongbong. Imelda ha lavorato per riscrivere la storia della sua famiglia nell’intento di sostituirla con il racconto dell’amore generoso di una matriarca per il suo Paese”.

Il secondo è Seberg, di Benedict Andrews, con Kirsten Stewart. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film narra la storia di Jean Seberg, protagonista di À bout de souffle (Fino all’ultimo respiro) e beniamina della Nouvelle Vague francese, che sul finire degli anni Sessanta finì nel mirino del programma di sorveglianza illegale dell’FBI. Il coinvolgimento politico e sentimentale dell’attrice con l’attivista per i diritti civili Hakim Jamal la rese un obiettivo dei tentativi spietati del Bureau di arrestare, screditare e denunciare il movimento del Black Power. Un giovane e ambizioso agente federale, Jack Solomon, viene incaricato di sorvegliare l’attrice; i destini dei due si troveranno a essere pericolosamente intrecciati.

“Ho scoperto Jean Seberg al liceo quando il mio professore di francese proiettò À bout de souffle per la classe – dice Andrews – Fui letteralmente stregato e da allora non ho più potuto dimenticare la sua incredibile recitazione. Seberg ridefinì i parametri della presenza e della verità scenica. Mi affascinano le contraddizioni di Jean, il suo incarnare allo stesso tempo fiera indipendenza e apertura emotiva, tristezza e ingenuità, idealismo e gioia di vivere. Sotto lo sguardo spietato dell’FBI, la trama della vita di Jean si sgretola. Come il personaggio di Giovanna d’Arco interpretato per Otto Preminger, Jean attraversa il fuoco. Sopravvissuta all’esaurimento nervoso e alla perdita, trasforma l’instabilità in grazia duramente conquistata”.

“Abbiamo cercato di aprire una finestra sulla verità e raccontato la vulnerabilità della Seberg – ha detto la Stewart in conferenza – che nella vita ha avuto un grande senso di giustizia fino a sacrificarsi per questo ideale. Oggi il controllo governativo esiste ancora ma agisce forse in un modo più sottile dell’epoca. Ho cercato di restituire la sua verità e ne sono orgogliosa. Come attrice ho lavorato molto su me stessa e le mie insicurezze, sono pronta ad affrontare qualsiasi cosa perchè mi sembra di poter vivere le esperienza in un modo naturale, istintivo”. Quanto alla pressione dei gossip (l’attrice dopo la storia con Robert Pattinson ha avuto varie fidanzate ed ha dichiarato la sua bisessualità), “non vado sui social ma riesco a mantenere una sana interazione con le persone, sanno chi sono e anche come la penso, mi sento aperta, non mi nascondo più”.

29 Agosto 2019

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