A sentire Thierry Fremaux, la 66/a edizione del Festival di Cannes, in programma dal 6 al 17 luglio, si farà anche se un po’ miracolosamente e nel segno della decentralizzazione. È quanto annuncia il direttore artistico a ‘Variety’. “Abbiamo fatto solo quello che avevamo programmato fin dall’inizio, senza cedere ad azioni irresponsabili o scoraggiarci. Ora è il momento di ospitare una grande Cannes, senza dare per scontato che la pandemia sia finita”, spiega.
Per farlo, non ci sarà più la concentrazione nel solo Palais des Festivals: “Il numero di posti aumenterà, ma non quello degli accrediti, perché il nostro obiettivo è continuare ad essere un evento di dimensioni ragionevoli. Puntiamo insomma alla qualità dell’ospitalità e a proiezioni confortevoli. Il nuovo multisala, che non si trova proprio al centro della città, possiamo immaginare che sarà frequentato dai festivalieri che passeranno la giornata lì, guardando quattro o cinque film, per poi tornare nella zona della Croisette per cenare e stare insieme”.
E ancora Fremaux: “Organizzeremo proiezioni fuori concorso nell’auditorium Debussy, che è una sala importante come la Lumiere (dove si proiettano i film in concorso, ndr). Infine, proietteremo i film in 4 dei 12 schermi del Cineum, il nuovo e splendido multisala a Cannes, che aprirà i battenti in tempo per il festival. Ci saranno poi più eventi live e proiezioni in spiaggia. Il festival, che si svolgerà a luglio, deve essere apprezzato anche dalla gente del posto e dai vacanzieri”.
Sul fronte film americani, il direttore artistico spiega: “Abbiamo visto alcuni bellissimi film che troveranno posto nella selezione. Tra questi ci sarà un blockbuster planetario che soddisferà tutti”. Un festival, quello che si svolgerà dal 6 al 17 luglio, che si avvale comunque di un piccolo miracolo: “Chi avrebbe mai immaginato che la manifestazione potesse non avere limite di posti a sedere all’interno delle sale, dal momento che è stato annunciato solo ora dal governo che le restrizioni sui posti saranno revocate il 30 giugno? Lo scorso autunno – conclude il direttore artistico – avevamo pensato a un piano di emergenza nel caso in cui a maggio non fosse stato possibile: ovvero inizio estate, fine estate o autunno. Abbiamo scelto l’inizio dell’estate”.
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