“E’ la mia manifestazione preferita – dice sinceramente – sita in un luogo pieno di cultura e valori, ed è qui che ho incontrato alcuni dei miei idoli assoluti, come Milo Manara e Hugo Pratt”.
Quest’anno, inoltre, si celebra il lato cinematografico del grande maestro del fumetto statunitense, autore di autentici capolavori come ‘Il ritorno del cavaliere oscuro’, ‘Sin City’ e ‘300‘.
Stasera, infatti, presenta al cinema Astra proprio il film tratto da quest’ultima graphic novel, anch’esso grande culto, diretto da Zack Snyder nel 2007. Anche Miller, tra l’altro, è un regista, avendo diretto assieme a Robert Rodriguez alcuni episodi delle trasposizioni cinematografiche di Sin City e il personalissimo (e sottovalutato) The Spirit, tratto dai comics di Will Eisner.
Ma ad aprire la giornata c’è un incontro di Foodmetti – festival nel festival dedicato alla connessione tra cibo e nona arte, moderato da C.B. Cebulski, sceneggiatore, editor, talent scout e caporedattore di Marvel Comics.
Lo accompagna la regista Silenn Thomas, che ha diretto su di lui il documentario Frank Miller – American Genius.
“Il cibo è una delle cose che mi lascia più entusiasta di questa città”, commenta Miller, mentre Cebulski conferma “abbiamo mangiato molte volte insieme qui… viviamo tutti a New York ma siamo molto curiosi delle nuove esperienze!”
E ancora Miller: “sono cresciuto in una casa con sette fratelli, io sono il quinto! I miei ricordi sul cibo sono legati anche al rumore e alla festa del ringraziamento. Profumi e fiumi di parole”.
“Mia nonna era di origine italiana – dice Thomas – e preparava la polenta e mi raccontava delle storie, mi ricordo sempre di questa cosa. Il profumo è chiaramente uno dei punti principali. Se il cibo non ha un buon odore non ti comunica emozione”.
“Concordo – fa seguito Miller – le strade di New York sono piene di profumi, che sono caratteristici della città. Pizza, italiano, indiano, pizza, italiano. Questo è il mio ordine di ricordi per quanto riguarda il cibo ordinato mentre lavoravo nel mio studio”.
Thomas ha un ricordo dal set di 300, di cui era produttrice: “Non è vero che gli attori usavano trucchi in cgi per i loro addominali. Dovevano seguire una dieta specifica, ma era cibo da schifo. Noi produttori invece ce ne andavamo a mangiare cucina romana a Montreal da Emma, un ristorante veramente buono. Poverini loro! Solo frullati di proteine, il coach era praticamente un militare… li ha spremuti fino all’ultimo”.
Poi, ricordi di quando studiava: “In questo tipo di carriera non è facile seguire una dieta equilibrata. Quando ero studente condividevo un KitKat con un collega e via. Si mangiava bene quando alcuni compagni di corso Hare-Krishna portavano riso e cibo vero… allora sì che si mangiava”.
Cebulski chiede a Miller se gli capita di dover saltare pasti per lavoro: “Come la maggior parte delle persone che fanno questo mestiere inizi da giovane e mangi male, fai nottata… non è saggio. Man mano che vai avanti capisci che è importante prendersi cura del proprio corpo e fare tre pasti al giorno, è una cosa che ha senso”.
Quanto ai cibi non graditi: “In un ristorante che serviva cibo amazzonico mi hanno portato un dessert di formiche – dice – ma era buono. Invece non sono riuscito a mandare giù il bulbo oculare di un agnello che mi hanno portato in un ristorante mediorientale. Il proprietario del ristorante era tutto entusiasta, era la specialità della casa. Temevo di creare un incidente internazionale rifiutandolo. Ma quel piatto continuava a fissarmi, non ce l’ho fatta”.
Per Cebulski invece sono stati scorpioni fritti serviti in Cina mentre faceva portfolio review: “pensavo fossero decorazioni ma non volevo offendere. Ne ho preso uno e poi ci ho bevuto sopra un litro di birra!”
“Non cucino mai – segue ancora Miller – in questo sono un vero newyorkese, è piano di ristoranti di ogni tipo. Dopo l’Italia è la Mecca culinaria più ricercata al mondo. Perché dovrei cucinare? Silenn invece è una cuoca praticamente chirurgica. Quando creo i miei personaggi, comunque, da Marv di Sin City a Ronin a Batman, penso sempre costantemente a cosa mangino. E’ l’unica cosa a cui penso, non ai superpoteri o chissà che altro”.
Tutti concordano tra mille applausi di preferire il salato al dolce. “Pasticceri, non prendetevela!”
E infine presentano un cocktail analcolico creato dallo stesso Miller con chef Tomei e bartender Martino, composto da succo di lampone, aceto, poco zucchero e Tè Matcha che viene battezzato in diretta “This is Lucca!”, parafrasando la celebra frase “Questa è Sparta!” pronunciata da Gerard Butler/Leonida nel film.
E si alza subito un coro di ‘Aù!’.
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