Ridimensionare i budget di produzione dei film, ridurre le paghe astronomiche delle star e favorire la trasparenza dei finanziamento: sono queste alcune delle 50 misure per dare nuovo slancio al cinema francese al tempo del digitale. Le misure sono state avanzate in un rapporto presentato a Parigi alla ministra della Cultura, Aurelie Filippetti, ed elaborato da un gruppo di esperti del settore. Il cinema transalpino è regolarmente bacchettato dopo le polemiche per gli stipendi eccessivi degli attori e delle attrici più famose. Un recente rapporto della Corte dei Conti ha a sua volta messo in evidenza la bolletta salata che il cinema rappresenta per il contribuente francese, mentre le sale sono sempre più vuote. Gli esperti, capitanati da René Bonnell, ex responsabile del gruppo Gaumont, di Canal plus e France Television, hanno stilato una lista di 50 proposte che puntano a limitare l’inflazione dei costi di produzione, ad aiutare le produzioni “medie”, incoraggiare l’ingresso di capitali privati e le operazioni di crowfunding, ridurre l’Iva sui DVD (da 20% al 10%). Secondo la ministra Filippetti non c’è da “allarmarsi”: “Il cinema francese è uno dei migliori al mondo – ha commentato – e uno dei settori portanti dell’economia francese, rappresentando lo 0,8% del Pil e 340 mila posti di lavoro. E’ un settore cruciale e strategico per la Francia, ma bisogna adattarlo all’era del digitale”.
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