Reduce dai successi del Festival di Taormina, dove si è cimentato in un’accesa lezione di cinema, Francesco Rosi è tornato a mostrare il suo lato più autentico e polemico, perché, ha detto, si sente “sempre più ossessionato dalla realtà del presente”. Un presente che lo vede ancora una volta sul set con un nuovo lavoro.
Francesco Rosi, di cosa si tratta?
Sto preparando un film tv, tratto da Napoli milionaria, con gli stessi interpreti che hanno già recitato nella commedia teatrale. E’ un film che, comunque, non farei mai con Mediaset perché non mi piace quel tipo di cultura televisiva.
Che cosa intende dire?
Oggi, i meccanismi della politica sono cambiati in modo sorprendente e la televisione è dominata da realtà confuse nelle quali è davvero difficile orientarsi. Non è un caso se i sogni delle ragazzine vengono adesso proiettati tutti sulle Veline. Un film sul conflitto d’interessi l’ho già fatto nel 1963 con Le mani sulla città . Adesso non mi cimenterei di nuovo su un tema del genere che riguarda il nostro premier. La colpa è anche della sinistra: avrebbe potuto fare una riforma sulla Rai, che invece è ora completamente dominata dalla cinica logica del mercato e da insopportabili anomalie.
La cultura mafiosa è ancora presente, per certi versi, nel nostro Paese e soprattutto in Sicilia: il cinema ha oggi il potere di contrastarla?
La mia generazione, quella del dopoguerra, era animata dall’ideale della liberazione. E’ vero, dobbiamo molto agli americani, ma anche ai partigiani, ai cattolici e ai democristiani. Fare cinema per me è stato sempre un impegno civile: nei miei film ho raccontato la mafia, la diversità tra Nord e Sud, la cultura del terrorismo che tuttora vuole destabilizzare la pace. Adesso, tocca ai giovani denunciare queste realtà. Come dico nel film Il cineasta e il labirinto, che Roberto Andò ha realizzato due anni fa per festeggiare i miei ottant’anni, la violenza e la minaccia di cancellare la dignità umana, sono sempre in agguato.
Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid
Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.
Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.
Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti