Francesco Nuti ci ha lasciato oggi a 68 anni, dopo un lungo e sfortunato calvario. Il talentuosissimo artista toscano negli anni ‘80 è stato protagonista di un piccolo rinascimento della commedia italiana, ad opera di autori a tutto tondo come Benigni, Verdone e Troisi. Ce lo ha ricordato recentemente Mario Canale nel documentario prodotto da Cinecittà I fantastici quattro della risata.
Nato a Prato il 17 maggio 1955, Nuti esordisce come attore dilettante ancora studente, scrivendosi da sé i monologhi. Si unisce presto ad Alessandro Benvenuti e Athina Cenci nel gruppo I Giancattivi, che gli permette di esordire per la prima volta sul grande schermo con Ad ovest di Paperino (1981), rivisitazione del repertorio comico del terzetto toscano. Da qui in poi inizia un decennio di successi.
Diretto da Maurizio Ponzi, recita in tre pellicole che gli danno grande notorietà: Madonna che silenzio c’è stasera (1982), in cui replica il personaggio del film di Benvenuti e che lo rende popolare anche grazie alla canzone Puppe a pera; Io, Chiara e lo Scuro, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d’argento come migliore attore protagonista; e Son contento.
Sulla scia del successo ottenuto, Nuti esordisce anche nella regia, confermando i toni agrodolci della sua vena comica e tratti surreale in Casablanca, Casablanca (1985), che gli regala il secondo David di Donatello; il film, liberamente ispirato al classico Casablanca (1942) di Michael Curtiz, prosegue la storia di Io, Chiara e lo Scuro, ironizzando sui litigi di una coppia in crisi.
Iniziando a firmare la regia e la sceneggiatura dei suoi film, Nuti continua nella sua ricerca delicata e raffinata del rapporto conflittuale uomo-donna: da Tutta colpa del Paradiso (1985), a Stregati (1986), da Caruso Pascoski (di padre polacco) (1988), fino a Donne con le gonne, straordinario campione d’incassi del 1991.
I film degli anni ’90 e i primi 2000 saranno meno fortunati con film come OcchioPinocchio, Il signor Quindicipalle, Io amo Andrea e Caruso, zero in condotta, fino ad arrivare a Concorso di colpa di Claudio Fragasso, che per uno sfortunato destino sarà la sua ultima interpretazione cinematografica.
Alla vigilia del ritorno sul set, il 3 settembre 2006, Nuti cade dalle scale della sua abitazione e sbatte la testa; ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma, a causa di un grave ematoma cranico, entra in coma, dal quale esce il 24 novembre 2006. Viene trasferito nell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore (Lucca), sede di un centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria, ma non sarà più autonomo, con difficoltà serie agli arti e difficoltà di linguaggio, costretto a vivere su una sedia a rotelle. Quella sciagurata caduta delle scale segnerà, dunque, la fine della carriera di un artista poliedrico e dotato di una grande sensibilità che con il suo lavoro ha segnato una delle epoche più felici della commedia italiana.
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