Il romanzo d’esordio dell’attrice romana Francesca D’Aloja “Il sogno cattivo” – edito da Mondadori e di imminente pubblicazione in Francia presso Gallimard – sta per diventare un film per la regia della stessa D’Aloja, che conta di poter dirigere interpreti del calibro di Charlotte Gainsbourg e Kim Rossi Stuart, già fortemente interessati al progetto.
“Il sogno cattivo” è in parte ispirato alle vicende di alcuni estremisti conosciuti da Francesca D’Aloja quando lavorava in carcere come volontaria e a quelle del terrorista di estrema destra Valerio Fioravanti, con cui l’attrice collaborò all’epoca del documentario “Piccoli ergastoli”, girato a Rebibbia. Il produttore de I cento passi e Nuovomondo Fabrizio Mosca ha commissionato la sceneggiatura a
Francesca D’Aloja, che ora la sta ultimando insieme a Luca D’Ascanio e a Federica Pontremoli.
“Il romanzo era stato opzionato in bozze da altri, ma Fabrizio ne è stato subito entusiasta: era stato mio compagno di scuola, ed ha riconosciuto l’ambiente borghese romano di cui parlo e la sua generazione”, dice l’autrice. Il film si apre nel 1978, quando la protagonista Penelope Anselmi perde entrambi i genitori e si ritrova sola, privata persino dell’appoggio di Margherita, l’amica del cuore che, risucchiata nel vortice dalla lotta armata, scompare nel nulla. La ragazza allora si taglia fuori dal mondo e si annulla nella droga, per rianimarsi solo diversi anni dopo, anche grazie alla dedizione del suo compagno Edoardo. Finché un giorno non riconosce nella pistola che anni prima uccise una ragazza di cui un giornale annuncia il ritrovamento l’arma affidatale da Margherita il giorno prima della sua scomparsa.
“Fingendosi volontaria – racconta la neoregista – Penelope inizierà a frequentare il responsabile del delitto, Riccardo Serventi, un terrorista detenuto da oltre 15 anni a Rebibbia, dove sconta tre ergastoli. Un uomo schivo e solitario come lei, per cui proverà una forte attrazione. Ma anche quando entrerà in scena Emanuele, il gemello di Riccardo, già fidanzato con Margherita e a sua volta ex spietato estremista diventato collaboratore di giustizia, scatterà in lei, anche verso di lui, qualcosa di fortissimo ed irrimediabile… Mi interessava affrontare gli anni di piombo con uno sguardo nuovo – continua la D’Aloja – diverso da quello ideologico dei protagonisti, che tendono a trovare giustificazioni senza prendere le distanze, o da quello scientifico degli storici o dei giornalisti”.
“Per capire come mai persone di estrazione sociale simile alla mia abbiano scelto il Male – spiega ancora la regista – mi interessano di più le ragioni psicologiche rispetto a quelle politiche, e ho pensato che fosse giusto conoscerle da vicino. Mi sento per anagrafe una sopravissuta per caso. Io in quei giorni c’ero, e sento che c’è ancora tanto di non detto e non spiegato di quel decennio pieno di aggregazione, energie e contraddizioni, e poi impazzito”. A proposito della scelta degli attori, la regista spiega infine che Charlotte Gainsbourg sarebbe la protagonista ideale, perché racchiude in sé elementi propri di Penelope. “Mi veniva in mente lei fin da quando scrivevo il romanzo, ha una bellezza atipica, androgina, senza orpelli e senza età, come quella di sua madre Jane Birkin, che non ha bisogno di essere sottolineata. La trovo in questo simile a Kim Rossi Stuart, che a sua volta considero un attore unico e una persona nobilissima, in grado di tenersi sempre fuori dalla mischia: è una specie di Amleto fuori dal tempo che porta con sè una dignità che va ben oltre il suo aspetto fisico e la sua bellezza alla Gérard Philipe”.
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