Era già pronto da diverso tempo e di volta in volta lo si dava come papabile per la partecipazione a qualche festival. Finalmente Lezioni di volo, il nuovo film di Francesca Archibugi, arriva in sala venerdì 16 marzo in circa 120 copie distribuito da 01, a distanza di 6 anni dal suo Domani. I due diciottenni freschi di bocciatura Pollo e Curry (Andrea Miglio Risi e Tom Karumathy) – l’uno erede di una coppia dell’alta borghesia ebrea, l’altro figlio adottivo di origini indiane – si imbarcano in un viaggio alla scoperta dell’India. Un classico “romanzo di formazione”, in cui due giovani senza interessi si confrontano per la prima volta con la realtà, nel caso specifico quella dell’organizzazione umanitaria in cui lavora Chiara (Giovanna Mezzogiorno) – medico 35enne, da sempre sradicata e abituata a cavarsela da sola – per uscirne più consapevoli di loro stessi. Tra i comprimari d’eccezione, nei panni dei genitori, Anna Galiena, Roberto Citran e Flavio Bucci e una bravissima Angela Finocchiaro.
Il film si svolge quasi tutto in India. Perché? Come le è venuta l’idea di raccontare quella zona del mondo?
E’ stata soprattutto una coincidenza, il viaggio laggiù è nato intorno ai personaggi. Due amici, di cui uno, Curry, venuto da un altro mondo che però non conosce, decidono di andare all’avventura. Da questo spunto, con la sceneggiatrice Doriana Leondeff, abbiamo cercato di immaginare cosa potesse succedere e così è nata questa avventura esistenziale con un duplice incontro, dove sia i ragazzi che Chiara imparano a fare una cosa per loro nuova.
Ancora una volta i protagonisti delle sue storie sono dei giovani.
Ci tengo a sottolineare che non mi sento affatto una regista specializzata in bambini o adolescenti. E’ vero, parlo di due ragazzi, ma trovo che persone di 5, 14 o 18 anni non abbiano niente in comune, non si può assimilarli tutto a uno stesso calderone generazionale. Non sono io a mettere i ragazzi e i bambini nei film, ma gli altri registi a levarli. Il mondo è fatto di gente di tutte le età. Quello che mi interessa, in ogni film, è descrivere un ‘pezzo unico’ indipendentemente dalla sua età.
Il personaggio di Pollo è “tonto”, sembra totalmente inconsapevole di tutto quanto gli accade intorno.
So che è un personaggio difficile, è un antieroe per antonomasia. Ho dovuto difendere lui e Curry tante volte, perché sono due personaggi anomali: due bocciati, analfabeti di ritorno, che non sfruttano nessuna delle possibilità che gli sono state offerte dalla vita. E’ stata una vera sfida mettere in scena due protagonisti così diversi dai ruoli della drammaturgia tradizionale. La cosa bella della loro evoluzione nella storia è che non cambiano più di tanto, ma si rendono conto che andavano bene così com’erano e nessuno gliel’aveva mai detto.
Nella storia di Chiara, che in India lotta per far sopravvivere una neonata che ha la sola colpa di essere femmina, c’è una nota di attualità.
Chiara si mette contro le regole della società indiana, che non si può permettere le figlie femmine, pur di affermare il suo principio: “Sono per la vita”. Ma io non parlo per bocca dei personaggi, è semplicemente una presa di posizione di una persona che si trova ad affrontare un problema enorme.
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