La novantesima edizione degli Academy Awards si è consumata nel segno dei quattro Oscar per La forma dell’acqua di Guillermo del Toro, tra cui migliore film e migliore regia, ma anche di un’apertura maggiore per il ruolo delle donne e delle minoranze a Hollywood. Chiamami col tuo nome ha vinto per la migliore sceneggiatura non originale firmata da James Ivory, mentre Alessandra Querzola, nominata per le scenografie di Blade Runner 2049, è rimasta a bocca asciutto. Unica altra nota tricolore la dichiarazione d’amore di Kobe Bryant, Oscar per il migliore corto d’animazione, che si è rivolto alla moglie in italiano.
Non potevano mancare i riferimenti ai neonati movimenti femministi, Time’s Up e #Metoo, giunti al culmine con la presentazione di un filmato da parte di Ashley Judd, Salma Hayek e Annabella Sciorra che parlava di inclusione e di superamento di barriere, non solo di genere. Mira Sorvino ha parlato della fine dell’epoca dell’ipocrisia mentre Geena Davis, protagonista di un classico del femminismo come Thelma & Louise, ha sottolineato che dopo quel film, tutti dicevano che si sarebbero prodotte più pellicole con protagoniste: “Allora non accadde ma ora è arrivato il momento”. Un omaggio teso a esaltare lo spirito delle donne e a celebrare diversità, inclusione ed eguaglianza di trattamento superando l’ipocrisia e un antiquato modo di pensare il mondo.
Un altro momento centrale per quanto riguarda la battaglia che stanno combattendo le donne in tutto il mondo è stata la premiazione di Frances McDormand, protagonista di Tre manifesti a Ebbing, Missouri (per lo stesso film, come migliore attore non protagonista, ha vinto anche Sam Rockwell). L’attrice, conosciuta per il suo essere stravagante e scontrosa, dopo il consueto discorso di ringraziamento, ha appoggiato l’Oscar sul palco e ha chiesto a tutte le donne candidate di alzarsi e di ‘ricevere ì’ il premio con lei in una particolarissima standing ovation tutta al femminile. “E’ una battaglia appena cominciata e che siamo intenzionate a portare fino alla fine – ha detto poi in sala stampa – Il nostro mondo è cambiato lo scorso anno, quando ha vinto Moonlight“.
La serata è stata aperta da un monologo del presentatore Jimmy Kimmel che ha solo sfiorato la politica “Facciamo film come Chiamami col tuo nome semplicemente per fare arrabbiare gente come Mike Pence (vicepresidente degli Stati Uniti che considera l’omosessualità una aberrazione, ndr)”. “L’Oscar è l’uomo ideale: tiene le mani a posto, non dice mai cose fuori luogo e soprattutto non ha un pene. E’ esattamente l’uomo di cui c’è bisogno oggi a Hollywood”, ha scherzato.
Serata scandita da alcune esibizioni canore tra cui quelle di Eddie Vedder, di Common e Andre Drey, Sufjan Stevens con Mistery of Love e Gael Garcia Bernal che ha cantato la canzone portante di Coco, il film animazione Pixar che ha vinto nella sua categoria e, appunto, per la migliore canzone Remember me.
Tra gli altri momenti cruciali della serata il premio per la sceneggiatura originale a Get Out. “Qui, oggi, comincia il Rinascimento e sono felice di esserne parte”, ha detto Jordan Peele, sceneggiatore, attore e regista afroamericano. Una mujer fantastica è stato il primo film cileno a vincere come film straniero e la sua protagonista la prima transgender a salire sul palco degli Oscar. Tre statuette, ma di minore importanza, sono andate anche a Dunkirk, mentre due Oscar pesanti sono andati a L’ora più buia, quello per il migliore make up e quello per il migliore attore, Gary Oldman, alla prima volta anche per lui. Oldman è stato premiato da Helen Mirren e Jane Fonda che hanno fatto un accenno alla questione del momento: “In tutti questi anni abbiamo visto cambiamenti di ogni genere e ora finalmente è arrivato anche quello nei rapporti tra uomini e donne sia in pubblico che in privato. Come tutti voi, abbiamo combattuto questa battaglia e siamo felici di vedere che ciò che sembrava impossibile è diventato realtà”. Gary Oldman, visibilmente emozionato ha ringraziato per il premio “glorioso” e quell’America che lo ha adottato: “Ho vissuto in America più a lungo che Inghilterra e le sono grato per l’amicizia che mi ha concesso e i regali che mi ha fatto. La mia casa, la mia famiglia e ora questo Oscar…”. E Oldman ha concluso ringraziando la madre, “più anziana degli Oscar”.
Momenti di gloria anche per Allison Janney, premiata per la sua interpretazione in I, Tonya, e toccanti le parole conclusive di Guillermo Del Toro che ha ricordato al mondo di essere solo un immigrato come tanti altri. Ringraziando il Paese che lo ha ospitato e gli ha permesso di vincere l’Oscar e di riuscire a lavorare in un universo che “sognava da bambino”.
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