France Odeon: varieté, diversité, creativité


FIRENZE – Apre France Odeon, il festival di cinema francese di cui CinecittàNews è Internet Media Partner, che si concluderà domenica 24 con la proiezione del documentario Benda Bilili!


“Creatività” è la parola d’ordine, con la quale il direttore artistico del festival Francesco Ranieri Martinotti accoglie in sala – la splendida Odeon che dà il nome al festival, situata nel cuore del capoluogo toscano – il pubblico, numeroso, e gli addetti ai lavori accorsi ad assistere alla quattro giorni di cinema d’oltralpe, che si interseca quest’anno, per una fortunata coincidenza, con un altro grande evento di cui la Francia è protagonista. Si tratta del Festival della creatività , che con lo slogan “La France a Florence” designa appunto la Francia come paese ospite e trasforma la città – come racconta entusiasta l’ambasciatore Jean-Marc de La Sablière – “in un centro di cinema, incontri letterari e perfino degustazioni di champagne, per coprire ogni declinazione della creatività francese”.
“Proprio questa bellissima sala – interviene Martinotti -disegnata dall’architetto Piacentini, può essere vista come un vero monumento alla creatività. La stessa creatività che ritroviamo nel cinema francese, assieme a una gran varietà di generi. Non solo cinema d’autore, ma anche thriller, commedia, horror, cinema d’animazione e documentari, di cui cercheremo di dare, anche attraverso una formula potenziata che prevede una giornata in più rispetto alla prima edizione, un’ampia panoramica. Ci interessa particolarmente mostrare la diversità dei settori del cinema d’oltralpe, di solito conosciuto solo nelle sue sfumature autoriali”.

E la creatività è anche il tema principale del film che apre la kermesse, il poetico cartoon L’Illusionista, di Sylvain Chomet. Tratto nientemeno che da una sceneggiatura inedita di Jacques Tati, il film, visto a Berlino, è un’anteprima assoluta per l’Italia, dove sarà distribuito da Sacher a partire dal 29 ottobre.

 

Esemplare di creativo in via d’estinzione, con l’arrivo delle popstar a rubargli il palcoscenico, l’Illusionista del titolo – praticamente un Monsieur Hulot in versione animata – si avvia mestamente verso il viale del tramonto. Ma una sera, mentre si esibisce in un piccolo pub, incontra Alice, una dolce ragazzina che cambierà la sua vita per sempre.

“E’ vero – commenta Chomet, presente in sala – Jacques Tati fa da sempre parte del mio orizzonte culturale. La sua inconfondibile silhouette è per me una figura familiare quanto quelle di Charlot o Topolino. La sua influenza era già presente nel mio primo film, Appuntamento a Belleville, per il quale cercavo appunto un suo estratto. Così, il mio produttore è entrato in contatto con sua figlia Sofia. L’Illusionista è nato da lì. C’era questa sceneggiatura mai realizzata e a Sofia piaceva l’idea del cartone animato, perché non concepiva che un altro attore potesse coprire il ruolo di suo padre. Sfortunatamente, è morta due mesi dopo la proposta, per cui non ho mai potuto incontrarla. E mi sentivo addosso la responsabilità del progetto, tanto che, in un primo momento, ho quasi sperato che la sceneggiatura non fosse bella, per non doverla realizzare. Invece, quando l’ho letta, me ne sono innamorato”.

La creatività, del resto, è anche un punto cardine della personalità e della formazione di Chomet, laureato alla Scuola delle Belle Arti di Parigi. Nel film, grandissima importanza è data ai paesaggi, alle luci, agli scenari, che si possono ammirare alla stregua di rifiniti dipinti.
“Lo scenario per me è fondamentale – dice il regista – viaggio molto e assimilo ciò che vedo. Per Belleville mi ero ispirato a Montreal, dove vivevo al tempo. Questo film è ambientato in Scozia, e volutamente non ha i tempi del cartoon commerciale, dal montaggio serrato. Ho voluto rispettare invece il cinema di Tati, che piazzava la cinepresa ad altezza uomo e poi filmava ciò che accadeva nel paesaggio inquadrato. Inoltre, si tratta di una storia di sentimento, che ha bisogno dei suoi tempi per lasciar emergere l’emozione”.

Quando gli si chiede se sia stato difficile realizzare i suoi film, Chomet risponde: “Sì, perché hanno avuto una gestazione lunga, e quindi sono stati costosi. Montare un film d’animazione è più difficile rispetto a una pellicola dal vero, e anche per questo non ho prodotto film con frequenza. Inoltre, la Francia è il paese dei fumetti, non dei cartoni animati, ed è arduo attirare l’interesse di un produttore con un cartone pensato per gli adulti. Infatti, buona parte dei miei film è stata realizzata all’estero, il Canada per Belleville, il Regno Unito per L’Illusionista. Solo ora in Francia cominciano a venir fuori delle scuole apposite, e sarebbe bello se qualcuno pensasse a una specializzazione in animazione anche in Italia. Il talento, del resto, nn vi manca. Ho sentito parlare di un giovanotto chiamato Michelangelo…”

Gli altri film in programma durante la prima giornata di France Odeon sono Illégal di Olivier Masset-Depasse, commovente dramma sui “sans papier”, e l’horror La Meute, con l’attrice del momento Yolande Moreau.

autore
21 Ottobre 2010

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