Fiaba d’inverno per Christian De Sica

“Vorrei interpretare film diversi dai soliti cinepanettoni ma non me li fanno fare. Ben venga allora questo bel film piccolo, Fräulein, dell'esordiente Caterina Carone", in sala il 16 maggio


“Vorrei interpretare film diversi dai soliti cinepanettoni ma non me li fanno fare, tanto più ora che ho una certa età. Ben venga allora questo bel film piccolo, Fräulein, di un’esordiente. Nel frattempo sto scrivendo con Fausto Brizzi il prossimo film di Natale, remake della commedia francese Les t
Tuche
, ciak a luglio e in sala a metà dicembre”. Christian De Sica nella fiaba d’inverno di Caterina Carone, in sala il 26 maggio, è Walter, un turista smarrito, misterioso e un po’ bambino che si ritrova a chiedere ospitalità in un caratteristico e piccolo albergo di montagna, a lui familiare, ma da anni chiuso.
La proprietaria, Regina/Lucia Mascino, è una fräulein appunto, una signorina 45enne scontrosa, solitaria e testarda che trascura la sua femminilità. A colorare la grigia routine di Regina sono le quotidiane cassette di meditazione, l’assistenza ad alcuni anziani del paese e la partita settimanale a carte con due amiche simpatiche e naif.
Lo scontro/incontro con Walter provoca nell’animo della fräulein un ritorno alla vita vera, una tempesta interiore. Del resto le due solitudini s’incrociano, mentre la radio annuncia l’arrivo imprevisto di una tempesta solare.
Fräulein è stato scritto e sviluppato dalla regista durante la 1° edizione di RACCONTI, lo Script Lab annuale della Film Fund&Commission dell’Alto Adige, venendo poi selezionato da Tempesta di Carlo Cresto-Dina che lo ha prodotto con Rai Cinema, con il sostegno del Film Fund altoatesino.

De Sica racconta che è stata la moglie Silvia a suggerirgli la sceneggiatura del film. “Così ti dai una ripulita, una rinfrescata dopo tanti personaggi misogini e maschilisti – racconta l’attore – Poi nel cast c’era Massimo Cantini Parrini, il costumista dell’ultimo film di Matteo Garrone, e la cosa mi ha intrigato ancora di più. Fatto sta che sul set subito ho indossato un colbacco e un piumino. Ma che mi vestite come nei cinepanettoni? No tranquillo, poi ti cambi, mi hanno risposto. E mi hanno dato un cappotto che era stato del grande Paolo Stoppa”.
Fräulein è una storia d’amore? “Direi piuttosto una storia d’amicizia che fa del bene sia a Walter che a Regina, una cosa rara al cinema, con protagonista un uomo tenero e infantile”, risponde De Sica.

Per la regista, cresciuta con i film di Tim Burton, Fräulein vuole essere una commedia leggera e nel contempo riflessiva, una strada poco battuta da noi. Una commedia d’autore ambientata in uno scenario fatto di architetture fiabesche, in una location che è un set a cielo aperto. “Da qui il tono surreale, con due personaggi unici, in quella provincia spesso abitata da personaggi particolari – spiega Carone – Ho scelto De Sica perché mi faceva pensare a un uomo elegante, signorile, socievole, ma anche un po’ buffo e timoroso. Ha amato il suo ruolo ed è stato molto protettivo nei miei confronti. Lucia Mascino l’avevo invece apprezzata a teatro e nel film Piccola patria. Le ho affidato una ruolo originale nel panorama della rappresentazione femminile, quello di una signora sui generis, alla Clint Eastwood”.
L’autrice dice anche di non aver cercato una spiegazione della condizione bloccata di Regina. “Ho voluto evitare il pàthos disperato, così come ho messo da parte l’ipotesi della storia d’amore, come qualcuno mi chiedeva. Ho dato solo ragione a De Sica quando mi ha rimproverato ‘ma come, manco un bacetto tra questi due?”.

Lucia Mascino, al momento impegnata in un ruolo drammatico ma anche un po’ comico sul set di Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini, racconta un divertente aneddoto del primo incontro con la regista Carone: “Venivo da Una madre imperfetta e mi presento all’appuntamento tutta carina, ben vestita e truccata e lei, tutta calma e decisa, mi dice che sta cercando l’attrice per il ruolo di una montanara zitella e di mezza età. Per fortuna il personaggio di Regina mi è piaciuto da subito e poi l’ispirazione di Caterina è stata contagiosa, e la generosità e l’umiltà di Christian hanno fatto il resto”.

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