Cosa lo abbia spinto a scegliere di passare dalla musica al cinema, Federico Zampaglione lo lascia spiegare soprattutto alla sua protagonista, e compagna nella vita, Claudia Gerini, che in Nero bifamiliare (l’esordio alla regia del cantante), è una donna borghese alle prese con la paranoia del marito e con dei vicini misteriosi e inquietanti. “La vita è fatta di incontri, e il nostro ha contato molto – ha detto la Gerini – Credo che Federico avrebbe fatto il regista anche senza di me, ma forse avrebbe ‘incubato’ quest’aspirazione per 10 anni. Ci siamo ispirati a vicenda e abbiamo innescato un bel meccanismo creativo. Sono stata la sua musa”. A queste parole, il leader dei Tiromancino diventa rosso fuoco, e poi spiega a sua volta come è nata la sua prima esperienza cinematografica, cioè con la complicità dell’amico Rudolph Gentile, che Nero bifamiliare lo ha scritto, prodotto, e ora lo distribuirà in circa 180 copie dal 13 aprile con Moviemax.
Il regista, i produttori e il cast hanno presentato la pellicola alla stampa in una giornata triste per il cinema italiano, segnata dalla scomparsa di Luigi Comencini.
Zampaglione, perché questo salto dal microfono alla macchina da presa?
Sono sempre stato un grande appassionato di cinema e già nei miei videoclip ho sempre cercato di raccontare delle piccole storie. L’ultima volta mi sono reso conto che ero triste di aver finito di girare il video in soli due giorni, e che avrei voluto continuare l’esperienza. Così mi sono buttato in quest’impresa, che mi ha tenuto lontano dai concerti dal vivo per 8 mesi. E poi, una volta trovato un mio stile come musicista, avevo paura di rimanere incastrato in un ruolo definito senza muovermi più da lì e ho sentito l’esigenza di andare oltre.
A che genere appartiene questo film, secondo la sua visione?
Nero bifamiliare è una commedia di costume con dei toni neri, che racconta degli aspetti discutibili dell’Italia di oggi. Gli italiani fanno ridere per la loro cialtroneria e approssimazione, ma dietro l’aspetto comico volevo che emergessero anche temi seri e delicati come il pregiudizio e la paura verso le culture diverse. Ma non ho mai voluto che il film finisse con un messaggio negativo. Ho scelto di ironizzare e proporre una caricatura di certi nostri atteggiamenti, che a volte hanno risvolti drammatici, ma comunque dando una speranza ai personaggi. Non volevo condannarli a un finale senza uscita.
Nero bifamiliare è un film in un certo senso “elettronico”, e ha un che di spagnolo.
E’ elettronico nello stile, come la mia musica, piena di tastiere e campionatori. Ho voluto raccontare in modo non tradizionale, usando uno sguardo pieno di ritmo e psichedelie. Sono cresciuto nell’era del videoclip, e ho voluto mettere nel film qualcosa del mio mondo. Nero bifamiliare poi, è “spagnoleggiante” nella misura in cui ho chiesto al direttore della fotografia Arnaldo Catinari che i luoghi non fossero riconoscibili, e che le immagini fossero molto colorate e comunicative, come nel cinema spagnolo che amo.
Come protagonista ha scelto la sua compagna.
Sono un grande fan di Claudia, trovo che sia un’attrice estremamente versatile, che sa essere ironica, sensuale, inquietante, e anche dura, e credo che in Nero bifamiliare questo emerga. D’altronde tutto il film è costruito su personaggi che incontriamo nella vita di tutti i giorni, resi interessanti grazie a una serie di sfumature.
Quali sono i suoi punti di riferimento in campo cinematografico?
Come nella musica, ho un approccio molto libero, e apprezzo tantissimi generi diversi. Amo molto la commedia italiana anni ’70, Mario Monicelli e Luigi Comencini, ma mi piacciono anche Mario Bava e Dario Argento, o Sergio Leone, a cui nel film ho voluto fare un omaggio smaccato. Tra i registi stranieri quelli che preferisco sono Quentin Tarantino e David Lynch.
Ha in mente di girare un nuovo film?
Di sicuro non farò mai un film come attore, e per ora nemmeno come regista. Sono già abbastanza turbato dall’attenzione che sta suscitando Nero bifamiliare e quest’estate preferisco dedicarmi ai concerti e fermarmi con il cinema. In ogni caso seguirò per un po’ la sorte del film, ad esempio nei prossimi giorni lo porteremo al Festival di Philadelphia.
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