Federico Moccia


F. MocciaHa fatto l’autore televisivo, ha scritto libri di successo e ha debuttato con il “botto” sul grande schermo. E’ una carriera eclettica quella di Federico Moccia, 43 anni romano, figlio del grande e indimenticato Giuseppe Moccia, meglio conosciuto come Pipolo. Da pochi giorni ha terminato le riprese di Ho voglia di te (regia di Luis Prieto), di cui ha scritto sceneggiatura e soggetto, trasposizione del suo ultimo libro e sequel del primo grande successo, letterario (il libro è stato venduto in tutta Europa e persino in Brasile e Giappone) nonché cinematografico, Tre metri sopra il cielo.

Com’è andata la sua seconda esperienza cinematografica?
L’ho vissuta in maniera positiva. Sicuramente è un modo di crescere. Certo è sempre difficile e doloroso vedere la trasposizione del proprio lavoro fatta da un’altra persona che vede le cose con occhi diversi. E’ inevitabile che ci siano dei cambiamenti. Ma sono rimasto molto soddisfatto del lavoro che è stato fatto. Sarà un film di carattere.

Al fianco di Riccardo Scamarcio una nuova figura femminile, Laura Chiatti. Come le è sembrata?
E’ stata molto brava. Mi è piaciuta molto e interpreta alla perfezione Gin, il personaggio raccontato nel mio libro. Una ragazza dal carattere molto forte ed intraprendente. Laura è stata molto brava e soprattutto credibile, che è la cosa fondamentale.

Che ne pensa del filone “teen movie” che sembra andare molto di moda nel cinema italiano?
Questi film generazionali credo che raccolgano la particolarità di momenti sociali che inevitabilmente si ripropongono ciclicamente. Poi, solitamente, quando funzionano si tende a farne un seguito. Sono degli istant movie che fotografano la vita reale. Io credo che la cosa più importante, anzi fondamentale, sia la credibilità. Per la buona riuscita un film deve essere prima di tutto credibile.

Ha avuto successo in televisione come autore, poi come scrittore e infine è arrivato il riconoscimento nel cinema come sceneggiatore. Il prossimo passo sarà un film tutto suo?
Penso che tutte queste esperienze siano forme diverse di espressione. Mi piace anche dipingere, scrivere poesie, sono tutte formule e linguaggi di diverso spessore. Adesso vorrei confrontarmi con la macchina da presa. Sto valutando la possibilità di fare un film, ma non voglio fare passi affrettati.

Ci potrebbe essere un terzo episodio di Step e compagni magari diretto da lei?
Chissà. Per adesso a febbraio uscirà il mio nuovo libro che racconta la storia di un gruppo di 35enni e 17enni. Due generazioni a confronto. Ho deciso di cambiare filone e mandare in vacanza per un po’ Step, così mi prendo una pausa anche io. Magari il mio primo film da regista sarà la trasposizione del mio nuovo libro. Vedremo.

Nel frattempo con il Natale alle porte, nelle sale si è scatenata la battaglia delle risate. “Natale a New York”, “Olè” e “Commediasexi”. Che ne pensa?
La commedia nel periodo di Natale mi sembra un’ottima soluzione per intrattenere il pubblico. Poi, se arrivano anche delle novità è ancora meglio. La soluzione delle risate durante la feste è la giù giusta, sarebbe sbagliato il contrario, magari uscire con dei film violenti che non si sposano con i giorni festivi.

Sul grande schermo c’è anche il suo amico Paolo Bonolis?
Sono molto curioso di vederlo e soprattutto di sapere come lo accoglierà il pubblico che lo ha conosciuto in un’altra veste. Io posso dire di aver battezzato Paolo dal punto di vista cinematografico quando lo feci debuttare in Classe mista 3A. Gli auguro un grande successo. 

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21 Dicembre 2006

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